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Channel: KeVitaFarelamamma | Che vita fare la mamma tra emozioni, letture e lavoretti per bambini
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Frozen party e coroncine di follia

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Anche quest'anno, per il compleanno di Bimbuzza, ho deciso di organizzare qualcosa di speciale, non tanto per il personaggio/tema scelto (decisamente più coinvolgente dell'anno scorso), quanto per il contesto e le creazioni che ho pensato di realizzare interamente da sola.

Ho osservato e studiato alcuni spunti scovati sul web nel tempo (Pinterest mi ha aperto un mondo, ma ringrazio anche Tra Rock e Ninna Nanne che, per il suo Frozen party, ha indicato i link da cui scaricare il materiale), finché ho partorito la mia idea per un Frozen party che porta il segno delle mie mani e la follia con la quale ho coinvolto amiche e colleghe.

Ebbene, a un certo punto ho avuto necessità di chiedere aiuto per alcune cose...ma vado con ordine.


Festeggiamo...dove!?

Il caso ha voluto che proprio il giorno dopo il compleanno di Bimbuzza (il sabato), sia stata organizzata una cena a scuola, con genitori e maestre, un appuntamento che ricorre più di una volta all'anno per alimentare i rapporti e creare un fondo da destinare alle esigenze della scuola. La scuola di Bimbuzza è dotata infatti di una sala con forno a legna, che viene utilizzata come pizzeria una volta a settimana: i padri volenterosi, in queste occasioni, fanno le pizze mentre le madri aiutano a servire e portano i dolci da casa.


La domanda mi è sorta spontanea ed è stata accolta con grande entusiasmo dalle maestre: posso portare, in occasione della cena, la torta per festeggiare i 4 anni di Bimbuzza??? 
Ma non mi sono limitata a questo.
Ho realizzato infatti una serie di accessori per intrattenere i bambini che, si sa, a tavola ci stanno poco, e per dare un leitmotiv al compleanno di mia figlia.

Frozen è il personaggio di quest'anno e le colonne sonore del film hanno accompagnato le mie creazioni quasi ogni pomeriggio, tornata da lavoro.
Completamente ispirata!
Totale bambini alla festa: 50.

È stato bellissimo vedere i bambini coinvolti nella storia e trepidanti di vedere cosa gli veniva offerto volta per volta: aiutata dalle bravissime maestre, mentre i bambini stavano seduti nei loro tavolini (dopo aver mangiato la pizza), abbiamo creato momenti di suspance, tirando fuori uno alla volta gli accessori preparati. La maestra inoltre li interrogava sulla storia e chi indovinava aveva il privilegio di scegliere per primo e indicare il compagno che successivamente avrebbe scelto a sua volta.
Sono rimasta contenta perché tutti gli oggetti sono stati apprezzati anche dai maschietti:)))

Il materiale che ho preparato è costituito soprattutto da tantissima carta, forbici, cannucce, nastro da regalo, stecchini, colla e scotch. Ho scaricato le immagini da internet, ma ho anche acquistato un album di Frozen da cui sono riuscita a ricavare tantissime belle immagini.

Nota importante: stampare a colori è già molto costoso, su cartoncino ancora di più. Per limitare i costi ho stampato anche su carta normale che ho incollato su fogli da 120 grammi (ho trovato bellissimi album da 10 fogli a 0,99 cent) e poi ho fatto i ritagli.


Bacchette rappresentanti la magia del ghiaccio

L'idea me l'ha data mia figlia, quando un giorno mi ha detto che lei non aveva la magia nelle mani. Ho pensato quindi che potesse essere carino rappresentarla attraverso bacchette (lo so, sono fissata!) tra l'altro molto coreografiche e belle da vedere.

Ho stampato a colori i fiocchi di neve e li ho ritagliati.



Li ho poi attaccati con lo scotch a cannucce azzurre e con la pinzatrice ho fissato dei nastrini in modo da farli scendere giù.


Collane chic

Ho scaricato una bellissima immagine di Elsa ed Anna, l'ho stampata, ritagliata e poi ho attaccato con la pinzatrice ogni "ciondolo" al nastro azzurro, quello tipico per fare i pacchi regalo.



Coroncine

Meravigliose coroncine di Elsa (c'era anche di Anna ma mia figlia voleva solo quella di Elsa!) e corna di Sven, la renna! Accessori indispensabili!!! Non vi dico la fatica nel ritagliare quelle della renna! 




L'effetto è stato stupendo dato che ogni bambino aveva la sua corona in testa:)))

La festeggiata è stata chiamata per prima per essere incoronata e poi ha dovuto scegliere il suo principe da "incornare"...ahah con le corna di Sven. A fine serata diversi padri andavano via con le corna in testa e la collana al collo.


Paper dolls e scatola del ghiaccio

Tutte le volte che le vedo mi viene un tuffo al cuore: era uno dei miei giochi preferiti da piccola. In un giornale che leggeva spesso mia madre c'era una pagina dedicata a una bambolina da ritagliare con i vestiti. La carta era molto sottile, quindi bisognava stare attenti a non sciuparla subito. 

Ho stampato Elsa, Anna, Cristophe, il principe Ans ed Olafi su cartoncino da 200 grammi. Gran lavoro di ritaglio, durato quasi un mese! Ho ritagliato persino in treno, durante i miei viaggi da pendolare e ho chiesto anche aiuto ad alcuni amici. Ringrazio Enza e Ketty per l'aiuto, nonché Matteo marito di Ketty, che ha ritagliato le principesse tra una partita e l'altra in TV;)





Dove mettere tutti i personaggi ritagliati? Ho pensato di rivestire una vecchia scatola che avevo in casa, utilizzando carta velina azzurra su cui ho attaccato vari ritagli di Frozen e i famosi washi tape. Bellissimo l'effetto finale!


Una torta di Muffin

Ho pensato di fare con le mie mani anche il dolce e ho scelto i muffin al cioccolato perché "comodi"'da mangiare per i bambini.
È stata una scelta azzeccatissima e molto gradita.
Ovviamente anche i muffin sono stati personalizzati con i personaggi di Frozen e ogni bambino dai vassoi sceglieva il suo. Ho optato per una decorazione semplice, senza crema di burro, per non appesantirli sia nel gusto sia nella decorazione (e anche perché temevo di fare pasticci!!:))



Per la presentazione dei muffin con candeline ho acquistato un'alzata di cartone azzurro (su Amazon) che io e Bimbuzza ci siamo divertite ad abbellire con adesivi e figure di Frozen.



Una volta fatti i muffin (vi scriverò presto la mia ricetta) mi è bastato decorarli con:

- Spolverata di cocco tritato per l'effetto neve;
- Spolverata di zucchero a velo colorato di azzurro (per colorarlo ho messo lo zucchero a velo in una bustina di plastica per alimenti e ho versato qualche goccia di colorante alimentare. Scuotendo il sacchetto, il colore di diffonde e lo zucchero tende a formare dei piccoli grumi. Quando si mette sopra il dolce basta sbriciorarlo con le mani);
- Stecchini con attaccati i vari personaggi ritagliati;
- Pirottini bianchi e azzurri;
- Nastrini bianchi e azzurri.


L'abito della mia Elsa

La treccia bionda ce l'ha di suo, data la sua lunga chioma bionda naturale;-) Il vestito, appena l'ho visto (alla Disney), non ho potuto non comprarlo!!!

Che dire? Alla fine quello che è contato di più per me è stato vedere il suo sorriso, la felicità nei suoi occhi e in ogni suo gesto. 



Spero che porterà sempre con sé i ricordi delle mie serate a tavola, ritagliando coroncine e bacchette, e dell'amore che ho messo in ogni piccola cosa che ho realizzato per rendere unica la sua festa

Se vi va, guardate cosa ho realizzato l'anno scorso per i suoi 3 anni.
L'anno prossimo...chissà!? E come dice mio marito: ma se fai così adesso, cosa farai quando compirà 18 anni???

Vivy

Come giocano i bambini?

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Qualche giorno fa io e il Marito chiacchieravamo con amici e ad un certo punto è saltato fuori un argomento molto comune fra i genitori: cosa faranno i bambini all'asilo e soprattutto che giochi fanno?

All'inizio credevo si parlasse di quelli organizzati dalle insegnanti e quindi ho detto che sicuramente erano legati alla conoscenza e alla socializzazione. Invece, continuando a parlare ho capito che il "problema"era legato all'attività di gioco libero. Quando  i nostri  bambini tornano a casa dall'asilo (e quando sono più grandi anche da scuola), chiediamo sempre:"Come è andata oggi? Cosa hai fatto?" Spesso (nel caso di mio figlio SEMPRE) la risposta è: Niente, non me lo ricordo, non lo so, boh e cose simili..Sgrunt!!


 In altri momenti della giornata, invece, sono i bambini  da soli che raccontano ciò  che li ha colpiti della loro giornata, ciò che per loro ha un valore.  Ecco che spesso possono venire fuori da mio figlio cose tipo: "Io e Valentina abbiamo portato a spasso un bambolotto, poi io l'ho cullato e l'ho messo a dormire."
Oppure: "Ho cucinato tanto e ho preparato un ottimo minestrone."

Beh, direte adesso, che c'è di strano? Lo "strano" si crea nel genitore
che ascolta queste parole da un figlio maschio e non da una femmina. 
Stessa cosa succede alle bambine che  magari raccontano spesso di giocare con gli altri a fare il muratore, a guidare il trattore, a tirare calci al pallone e cose simili. E' questo lo "strano", molti  genitori non si aspettano racconti del  genere, perchè  sanno che ci sono giochi da maschio e giochi  da femmina e ogni bambino dovrebbe in base al suo sesso scegliere il gioco adatto a  lui. Ecco il "problema strano" dei miei amici.

Io ho sorriso davanti ai loro volti leggermente preoccupati perchè, per il lavoro che faccio, so che è tutto normale. 
I bambini non hanno  la stessa capacità (nè l'esigenza) di distinguere i sessi. I bambini giocano, punto. Con la crescita, verso i sei sette anni questa capacità si delinea e viene fuori ma a tratti e non per tutti. 
I bambini si divertono con i coetanei all'asilo e imparano a giocare con oggetti che magari a casa non hanno o semplicemente si comportano come i familiari.

Un bambino (maschio) che si sente coccolato  dai genitori, protetto non faticherà a cullare una bambola e a cantarle una ninna nanna, in modo spontaneo e vero. Lo fanno e l'hanno fatto con lui, lui lo fa con i giochi. Da questi piccoli gesti imparerà ad essere un ottimo fratello maggiore, un amico, un uomo e un ottimo marito per il futuro. 

Allo stesso modo per le bambine che scavano buche per terra o costruiscono case  di mattoni c'è in loro una voglia di imitare quel babbo o quel nonno con i quali tanto hanno giocato.
Non ci sono giochi da maschio o giochi da femmina, ci sono i giochi che i bambini inventano mettendoci tutti loro stessi e portandoci tutte le esperienze che hanno vissuto fino a quel momento.
Per questi motivi ho sorriso ascoltando i miei amici e li ho rincuorati raccontando loro tutto questo.

Se qualcuno ha avuto questi "problemi" fatelo anche voi, sorridete..i vostri  figli stanno sperimentando le esperienze  della vita attraverso l'attività più importante per loro: il gioco. Non sminuiteli mai, ascoltate i loro racconti a riguardo e date loro importanza, stanno costruendo il loro carattere.

E poi..se ancora qualcuno avesse dubbi..domando: perchè alla scuola infanzia il bagno non è diviso per sesso, i piccoli water sono uno  accanto all'altro e i bambini vanno in bagno insieme?
I miei amici alla fine della chiacchierata vedevano le cose in modo diverso..finalmente..
E voi?

Francy

Semplicemente dal cuore

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Semplicemente dal cuore di Gianna Buldo e Mattia Buldo  - Edizioni Magari Ed

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“Semplicemente dal cuore”è il titolo del libro che porto in borsa con me da qualche giorno e mi tiene compagnia ogni volta che posso rubare  attimi per leggere alla routine quotidiana.

E’ una raccolta di poesie carica di suggestioni.

Commovente è la storia dei suoi autori
Mattia e Gianna sono due cugini molto affiatati che sono costretti ad allontanarsi geograficamente l’uno dall'altro per circostanze familiari.
Dopo quasi trent'anni di lontananza, complice Facebook, si ritrovano
e riscoprono il piacere di condividere le emozioni e le passioni comuni come quella per la poesia.
Dal loro incontro e dall’incontro con l’editore, nasce un libro di poesie intense ed immediate che trasmettono colori forti, emozioni profonde, pungente dolore ma soprattutto la carica dell’amore e dei sogni.

Molto bello che l’editore abbia voluto presentare i poeti col loro stesso linguaggio, in versi.
Che sensazioni trasmette Gianna? Per esempio quelle del “Bordo sfumato di una nuvola” che “dolce si confonde al profumo dell’anima”.

Chi è Mattia? “Ha braccia forti e lunghe il mare e sa colmare di cielo liquido e sereno il cavo della mano di un bambino”.

Dopo queste premesse armoniose, non mi resta che affidarvi due poesie, le mie preferite.

La prima è di Gianna. E’ una poesia che ha toccato sensibilmente le mie corde di madre.

A Francesco

Inciampo in me stessa e nelle mie ansie
con la paura pungente
dell’immane e tortuosa impresa
qual è divenire una madre.
Gioire e penare
si alternano al tumulto che avviene nel mio ventre
ora culla di vita che sta per librarsi
nel cielo del mio cuore
per mutarlo in campo di grano
fiorito ed assolato.
Non posso discostare il pensiero da te
che scalci cercandoti un posto più largo
e mi blocchi con le mani il respiro.
Non posso non amarti, Francesco,
ora che sei, che diverrai
la mia sorgente vitale.

Gianna Buldo

La seconda poesia, di Mattia, è affine al mio temperamento passionale e un po’ idealista.

Traccia

Ardimi, o fuoco,
inceneriscimi nel tuo braciere
spargendo al vento polvere di me
in modo ch’io possa avventurarmi al cielo
scoprirmi accanto al sole,
spogliandomi del tremore
di un’esistenza folle e glaciale.
Non farmi scivolare nella terra
dove sicuramente
sarei calpestato.
Lasciami al cielo,
forse una traccia rimarrà di me nell’aria
anche se si confonderà
con la scia di un aeroplano

Mattia Buldo

Questo libro è generoso di versi coinvolgenti ed è generoso nelle intenzioni. Gianna e Mattia, infatti, devolvono il ricavato della vendita del libri al Meyer, l’ospedale pediatrico di Firenze.

Buona lettura e belle emozioni a tutti.

Ketty

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Questo post partecipa all'iniziativa il "Venerdì del libro" di Homemademamma

Girl to girl

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A tu per tu con te stessa e il tuo corpo che cambia - Giunti Junior


Abbiamo ricevuto in omaggio dei bellissimi libri da parte della Giunti per "testarli" e parlare della nostra esperienza di lettura.
Si, abbiamo detto bene: "testarli". 
Si tratta infatti di "guide" più o meno operative su temi per noi molto interessanti.

Il primo di cui parliamo oggi è Girl ti girl, libro dedicato alle ragazzine di 9/10 anni, ma anche alle loro madri.
Noi non abbiamo al momento figli di questa età e per questo è stato necessario coinvolgere amiche madri di figlie adolescenti a cui far "provare" il libro.

È stata un'esperienza molto divertente oltre che istruttiva. 

Ecco perché...

Normalmente siamo solite leggere ai nostri bimbi di 3 e 4 anni, favole e storie in cui si ritrovano provando stupore, allegria, divertimento o paura, tra mille domande e infiniti perché...
Leggere e proporre un libro a una ragazzina di 11 anni è tutt'altra storia, un'esperienza che ci è piaciuto provare come preparazione di quanto vivremo tra qualche anno coi nostri figli.
Girl ti girl inoltre non è un romanzo ma una "guida", attraente nei colori e nei titoli che si può leggere "saltando" a seconda dell'esigenza del momento.


La copertina sottolinea già una delle esigenze più comuni in tutte le ragazzine che si affacciano alla pubertà con le loro mille domande e curiosità, mista di paura e fibrillazione: la voglia di confrontarsi con le proprie coetanee, raccontarsi e perché no? anche trovare sostegno.

Il libro ha un'introduzione intitolata "Chiacchiere tra ragazze", appunto, in cui l'autrice si mette a tu per tu con la piccola lettrice, raccontando aneddoti e storie (anche in ogni capitolo) per creare empatia e quella consapevolezza per cui "ci siamo passate tutte e in qualche modo ce la faremo".

In più parti del libro si consiglia spesso di parlare con i propri genitori che, tra piccoli imbarazzi e resistenze, non possono che sostenere e consigliare i figli nell'età dello sviluppo (in fondo ci sono passati anche loro no?) però...c'è un però che non si può  ignorare.
È vero che noi genitori siamo sempre disponibili per parlare con le nostre figlie su questi ed altri argomenti, ma è anche vero che i figli "certe cose" preferiscono raccontarle a qualcun altro, cioè all'amica del cuore o comunque ai coetanei. A volte però non si riesce a parlarne nemmeno con gli amici e allora Girl to girl puo' essere un valido aiuto.

Si sa, il web oggi è pieno di notizie, forum, ecc quindi basterebbe fare una ricerca in rete e trovare milioni di informazioni.


Però un libro è un libro, lo puoi tenere sul comodino, sottolineare, mettere un segnalibro e scriverci anche dei commenti.
Un regalo azzeccato per una ragazzina che non si sente ancora pronta di chiedere ai genitori "Perché all'improvviso sente più forte l'odore del suo sudore"o altre domande imbarazzanti che non si ha il coraggio nemmeno di pensare!
Parliamo di ragazzine di quasi 10 anni che devono fare i conti con gli innumerevoli cambiamenti del proprio corpo ma anche delle proprie emozioni.

La ragazzina a cui abbiamo sottoposto il libro, dopo averlo sfogliato e dopo aver visto alcune immagini interne, è corsa in camera per leggerselo da sola. Noi mamme lo avevamo già letto e commentato per cui abbiamo lasciato libera la ragazzina di farne quello che voleva.

Quando è tornata ci ha chiesto per quanto tempo glielo lasciassimo e noi ovviamente glielo abbiamo regalato. Occhi lucidi di commozione! Sembrava le avessimo regalato l'ultimo CD dei One direction.
Ok ho esagerato! 
Però è stato bello vedere la sua reazione.

E la nostra? 

Ci siamo trovate d'accordo nel dire che "ai tempi nostri" sarebbe stato molto utile consultarlo (internet tra l'altro non c'era) e magari leggerlo nei nostri pomeriggi con l'amichetta del cuore. Un modo per vincere certi imbarazzi e per "tirare fuori" l'argomento che ci assillava.

Per es. a me (Viviana) avrebbe fatto molto comodo sapere che l'acne a quell'età è normale (anzi la prassi) e scoprire strategie su come lavare il viso, quali saponi usare o "maschere fai da te" per purificare il viso pieno di punti neri. Ricordo ancora che andai con mio padre in un'erboristeria (avevo 12 anni) e mi rifilarono un prodotto oliosissimo dall'odore nauseabondo che ancora me lo ricordo. Effetto zero!

Infine ci è piaciuto molto anche questo aspetto dell'intero libro: il modo in cui l'autrice si rivolge alla sua lettrice, infondendole coraggio, motivazione e sostegno.
"Crescere vuol dire cambiare, è vero, ma la persona che sei non cambierà mai. Alla fine della giornata, tu sei sempre tu, solo che hai arricchito la tua personalità di nuove capacità e nuove esperienze. E, alla fine, sarai una donna meravigliosa. Fino ad allora, cerca di vivere un giorno per volta, e quando ti capita uno di quei momenti fuori-controllo, come capitava a me, ricorda che tu sei sempre tu. E sei meravigliosa".

Si avvicina il Natale quindi...quale migliore occasione per regalare un libro? 

KVF

Ragnoli&Co per un autunno arancione

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Chiuso il capitolo Frozen, se ne è aperto un altro a casa nostra: autunno e Halloween. Una festa che, sono sincera, non ho mai amato o festeggiato, anche perché "ai miei tempi" non aveva nessuna risonanza e non usava in Italia travestirsi o fare feste.
Adesso è di moda e se provo un po' di attrazione è perché è una festa arancione e chi mi conosce sa bene che ho un debole per questo colore.

L'arancione con le sue sfumature
marroni e gialle è anche il colore dell'autunno e mi ispira un forte senso di calore.

Abbiamo trascorso i giorni dal 31 ottobre al 2 novembre a Roma dove parte della mia famiglia si è riunita. I miei dalla Sicilia sono andati a trovare mia sorella che studia a Roma e noi li abbiamo raggiunti. Mancava solo mio fratello che lavora tra Milano e Londra.
Famiglia sparsa per il mondo!


Abbiamo pensato allora di portare dei pensierini autunnali alla nonna e alla zia, servendoci dei colori e di alcuni decorazioni tipiche di Halloween, anche perché siamo arrivati a Roma proprio la sera del 31.

Piccola digressione con foto: non sono meravigliosi questi banchetti che ho fotografato a Londra durante il mio weekend? Appena vedo arancione esco pazza!

Tornando ai pensierini: ovviamente li abbiamo fatti noi in casa.
Siamo partite dai ragnetti, alias Ragnoli in Toscana (i conigli per es. qui li chiamano coniglioli:)) per sviluppare altri personaggi che mi ha consigliato bimbuzza.

Occorrente:
- lana di vari colori;
- occhietti (si trovano a pacchetti di varie dimensioni ma si possono disegnare su cartoncino e ritagliare);
- scovolini (anche questi li vendono a pacchi, sono lunghi e vanno tagliati) per fare le zampe o anche le corna;
- colla a caldo (fondamentale);
- decorazioni varie autunnali (ho acquistato da 0,99 cent mollettine, organza e altro).

Il corpo e la testa del ragno (come anche degli altri animalini) li ho realizzati con il classico metodo dei pon pon. Quando ero piccola ne facevo tantissimi con mia madre, ma utilizzavamo un tondo di cartone in cui avvolgere la lana.


Grazie al consiglio di un'amica, ho usato una semplice forchetta intorno alla quale è bastato avvolgere la lana (nella parte superiore dove ci sono i denti), alternandola nei colori, e procedere legando alla fine nel mezzo la matassa arrotolata e tagliandola poi ai lati.
Se si vogliono realizzare pon pon più corposi e grossi, si può usare un forchettone (io ho usato quello di legno) o forchettine per farli più piccoli (per es. per la testa).

Abbiamo scatenato la fantasia con i colori: avendo tanta lana colorata,  è stato troppo divertente alternarli e abbinarli per creare i nostri ragnetti.
È stata Bimbuzza a chiedermi di fare anche una tartaruga. Perché no? allora facciamo anche una coccinella...In fine...siccome era pur sempre il periodo di Halloween abbiamo realizzato una zucca!


Per i nostri pensierini a nonna e zia abbiamo decorato dei vasetti con fantasia autunnale e organza con motivo Halloweeniano e abbiamo posto dentro i ragnetti, come fossero affacciati da un loro nascondiglio.

Dolcissimi:)) anche perché con quegli occhietti sembrano tanto bisognosi di affetto!

Vi piacciono?

Vivy

Viaggi in auto: la sicurezza prima di tutto

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Da quando Mister G ha iniziato a frequentare la scuola infanzia passo sempre qualche minuto alla fermata dello scuolabus, aspettando il suo ritorno.
In questi momenti di attesa osservo passare le auto, le vedo che parcheggiano, fanno salire e scendere i passeggeri (di fronte alla fermata ci sono una gelateria e una pizzeria deliziose, slurp!) ma soprattutto vedo i bambini.


Incredibilmente mi sono accorta che pochissimi sono seduti sul seggiolino auto, stanno sul sedile posteriore o peggio ancora su quello anteriore, si muovono in libertà dentro l'abitacolo!

Le regole della strada parlano chiaro, fino a 150cm i bambini devono essere assicurati nel  seggiolino apposito (fino ai 9kg di peso deve essere sistemato controsenso marcia, dopo i 9 e fino a 18 kg nel senso di marcia su un altro seggiolino e poi ancora un altro step da 18 a 36 kg), questo perchè statisticamente parlando gli  incidenti per le vie cittadine, anche se si sta procedendo nei limiti di velocità, sono davvero tanti e un bambino
 nell'impatto può addirittura essere sbalzato fuori!!

Qualche giorno fa, proprio nella via vicino casa mia un gatto impaurito è saltato in mezzo alla strada e io, per evitarlo, ho dovuto inchiodare: la borsa che avevo poggiato sul sedile dietro è caduta con un botto per terra. 
Mister G dal suo seggiolino si è mosso ben poco ma mi ha sgridato perchè guidavo troppo male! Ho sorriso, ho testato con mano quanto la sua posizione in auto fosse sicura.

Quando ero piccola, queste misure di sicurezza non c'erano e me ne stavo sul sedile posteriore a dormire sdraiata mentre andavamo in vacanza, lunghi viaggi riposanti; oppure salutavo le auto dal lunotto posteriore, in ginocchio sul sedile.

Adesso non si può più fare, i seggiolini sono scomodi perchè non danno libertà di movimento e spesso i bambini piangono perchè non ci vogliono salire..ma..ne va della loro vita, un bambino urlante in macchina ci fa stringere il cuore, ci fa dispiacere, ma lì, nel suo seggiolino è al sicuro ed è quello l'importante.

Io a vedere tanti in bambini in macchina affacciati al finestrino, o liberi di vagare nell'abitacolo mi sono preoccupata..il pericolo quando siamo alla guida è sempre in agguato e arriva in una frazione di secondo..quindi io scelgo la sicurezza di mio figlio, lo lascio piangere se capita ma almeno so che è protetto.

E voi?

Francy


Con la cultura si nasce, e soprattutto, si cresce: Passeggini al Museo

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Ho scoperto Mamma Cult alla Città dello Zecchino a Bologna: lo stand con i suoi colori e i laboratori per bambini, nonché il nome, mi hanno colpita subito e non ho potuto fare a meno di fermarmi con bimbuzza.

Ho conosciuto ragazze simpaticissime e bravissime che mi hanno coinvolta subito con la presentazione delle loro iniziative, dedicate alle famiglie e ai bambini.

Mamma Cult infatti è un team tutto al femminile che con passione ha dato vita al progetto che organizza visite guidate in varie città d'Italia e in diversi luoghi di carattere culturale, per le mamme in gravidanza e con bambini di ogni età, anche i piccolissimi nel passeggino, accompagnate da amiche, papà e nonni. 

Perché questa premessa? perché è grazie a Mamma Cult che siamo entrate a conoscenza di una serie di eventi a cui parteciperemo sicuramente e che vogliamo condividere con voi.

Mamma Cult infatti non è solo a Bologna, ma anche a Roma, Milano, Torino e in altre città con un programma fitto di eventi per l'intera famiglia. Un modo per trascorrere tra cultura e divertimento alcune ore della nostra giornata, un motivo per stimolare i nostri bambini sin da piccoli verso la conoscenza dell'arte e della sua bellezza.

Per chi sta dalle parti di Bologna, segnaliamo l'evento "Passeggini al Museo del Gelato": Crescere con la Cultura" che si terrà giovedì 6 novembre, la prima data bolognese in collaborazione con il Gelato Museum e la Fondazione Bruto e Poerio Carpigiani.

L'evento sarà riproposto anche l'11 dicembre 2014 e l'8 gannaio 2015 ed è dedicato ai bambini dai 0 ai 3 anni.

Sin da piccolissimi è possibile infatti frequentare il museo, grazie ai servizi e ai percorsi creati su misura di bambino.
Una visita guidata sulla storia del gelato, sugli artigiani che lo creano, sul ruolo culturale di questo alimento delizioso, e poi un laboratorio per imparare a dolcificare il gelato e gli alimenti con zuccheri sani e biologici offerti da Alce Nero, e alla fine ovviamente un assaggio di gusti artigianali per tutti!

Non mancherà la possibilità di percorrere gli spazi museali con il passeggino, di fermarsi e sedersi (in disparte o insieme) per dare da mangiare ai bambini, grazie a speciali zone morbide e, soprattutto, servizi igienici puliti e forniti di fasciatoio.

Per maggiori informazioni vi invitiamo a consultare il sito Mamma Cult e a prendere nota di questo ed altri bellissimi appuntamenti tutti all'insegna della cultura e della famiglia.


Con la cultura si nasce, e soprattutto, si cresce!

Vivy

Zuppa di zucca: colore, favola e ricetta per tutta la famiglia

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Quali immagini evoca una pentola fumante di zuppa di zucca?

A casa mia, solo belle sensazioni.
Come quelle provate in una serata d'autunno, mentre la zuppa cuoceva, colorata e profumata sui fornelli, il marito attizzava il fuoco nel camino ed io leggevo ad alta voce, ai bambini, un libro bellissimo che per l’appunto si intitola“Zuppa di zucca”.
Una serata ricca di contenuti e buon cibo, per la gioia del palato e della mente. Mi piace condividere con voi sia la ricetta che la storia.

Cominciamo dalla storia, giusto per creare l’atmosfera

Tre amici, un gatto, una paperella ed uno scoiattolo, vivevano insieme in una accogliente casetta circondata da un giardino di zucche. 
La sera amavano cucinare insieme la loro pietanza preferita: la zuppa di zucca. 
Ognuno aveva un compito definito e personale: lo scoiattolo dosava gli ingredienti nella pentola, il gatto mescolava e la paperella aggiustava di sale.
La zuppa di zucca, preparata sempre con la stessa successione di gesti e il rispetto dei ruoli, era prelibata. Finché un giorno la paperella volle sovvertire quest’ordine costituito e si impossessò del mestolo del gatto per provare a mescolare. 
Non era un dispetto ai suoi amici né una sfida fine a se stessa. Che i suoi amici le consentissero di cambiare ruolo, per la paperella era una prova di fiducia
Gli amici, però, non colsero questo spirito e si infuriarono. Nell’escalation del litigio e dell’ orgoglio ferito, la paperella disse addio ai suoi amici, fece i bagagli e abbandonò la casa.
Presto gli amici si pentirono della loro reazione ostinata e andarono a cercarla nel bosco, ovunque e faticosamente. 
Fu quando, stremati, si arresero e tornarono a casa, che trovarono una sorpresa ad attenderli: la paperella, vinta ogni permalosità e guidata solo dalla nostalgia, era tornata da loro.

E indovinate da cosa fu consacrata la pace

Da una cena comunitaria a base di zuppa di zucca
(Zuppa di zucca, di Helen Cooper, Fabbri editore) 

Quanto mi piace questa storia! Con immagini splendide e una narrazione semplice, adatta ai bambini più piccoli, “Zuppa di zucca” esprime i sentimenti più comuni ai grandi amici: il bisogno di fare delle cose insieme, di condividere la tavola, di essere riconosciuto dal proprio amico, di fare sempre la pace dopo ogni fisiologico conflitto.

Con questa storia in testa, è stato ancora più soddisfacente preparare e gustare la nostra zuppa di zucca.

Ed ecco la ricetta.

Ingredienti
-        1 kg di zucca
-        3 patate medie
-        una cipolla media
-        prezzemolo
-        due carote
-        sale e pepe q.b.

Procedimento
Tritare finemente, con un mixer, le carote, la cipolla ed il prezzemolo e far rosolare in olio extravergine d’oliva in una pentola alta. Abbassare la fiamma ed aggiungere la zucca e le patate a cubetti facendole insaporire per qualche minuto nel soffritto.
Aggiungere acqua e sale o del brodo, fino a coprire gli ortaggi. 
Far cuocere per una mezzoretta (il tempo totale dipenderà dalla consistenza di patate e zucca).

Al termine della cottura si può decidere se mangiare la zuppa con un filo d’olio, un po’ di pepe e qualche crostino di pane oppure eliminare un po’ d’acqua di cottura e frullare la zuppa per farne una vellutata.
A me piacciono entrambe le versioni ma mia figlia preferisce la “pappa arancione”, la vellutata di zucca alla quale aggiungo un po’ di formaggio fresco cremoso.

E così, come nella storia, anche la nostra serata ha un lieto fine: una cena nutriente, dal colore sgargiante e dal gusto delicato.

Che ne dite? Vi stuzzica un po’?

Ketty

Con questa ricetta partecipo al Contest "Ricette d'autunno"

                                                      
Contest Ricette d’Autunno

Prepararsi al Natale: addobbi fatti in casa

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Come per lo scorso Natale, anche per questo che sta arrivando addobberemo la casa con lavoretti fatti da noi: 4 mani (la sera 6 perchè ci sono anche quelle volenterose del babbo) e tante risate. Sì perchè  fare lavoretti con un bambino di tre anni non vuol dire sicuramente creare opere di precisione e bellezza disarmante ma vuol dire far nascere piccole cose, a volte non bellissime ma tutte fatte da noi, senza che io guidi il suo lavoro o tolga quello che  per me è brutto o storto.

Siamo noi, quello che creiamo va bene perchè ci impegniamo tanto..ecco qui le nostre decorazioni  per la  casa..le abbiamo appese un po'ovunque: alle maniglie degli armadi, vicino al frigo in cucina, in salotto sull'albero..insomma abbiamo dato colore alla casa.

Le abbiamo preparate l'anno scorso ma quest'anno le riutilizzeremo perchè ci erano piaciute tanto (ovviamente ci aspettano tanti altri lavoretti nuovi da fare per il prossimo Natale, a breve altri post), ma intanto abbiamo rispolverato i nostri dischetti-addobbo.


Materiale necessario:

  • Cartoncino bristol rosso
  • Farina gialla
  • Riso
  • Cotone idrofilo
  • Colla vinilica+pennello
  • Pennarello
  • Spago da cucina

Con l'aiuto di un piattino da caffè ho disegnato tanti cerchi sul cartoncino che poi ho ritagliato con le forbici, ecco pronte le basi di lavoro. Abbiamo scelto poi il soggetto da  riprodurre su ogni dischetto (Babbo Natale, stelle, cuori e ghirlande). Col pennarello ho tracciato le linee guida dei disegni e poi ho lasciato a Mister G la scelta per riempirle. Col pennellino ha steso la  colla e poi sopra ci ha messo il  riso, la farina in modo che ogni forma si "riempisse".

La colla, ovviamente era ovunque sopra il tavolo perchè mantenere il senso dello spazio stendendola con un pennello non è facilissimo per un bambino di due anni poco più. Mettere la barba a Babbo Natale col cotone è stato di gran lunga il suo lavoro preferito,interrotto da risate di gioia e commenti di stupore: "Guarda mamma è uguale a quello vero!"


Il lavoro finale è semplicissimo ma ci ha fatto passare due bei pomeriggi insieme! Per i nonni e per i parenti vicini abbiamo incartato in una confezione regalo col cellophane trasparente qualche dischetto, dopo aver applicato nella parte in alto lo spago da cucina, e glieli abbiamo regalati l' 8 dicembre quando iniziavano ad addobbare i loro alberi.

Risultato? I nostri dischetti sono stati appesi insieme a tante preziose palline di vetro e  vi dico la verità, non sfiguravano per niente.

Buon lavoro a tutti e...w le attività sporchevoli (la colla si pulisce bene con un panno umido e un po'di sgrassatore;)

Francy



Giocodanza: mentre ti guardo dal vetro

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Sono le 15.55.
Alle 16,30 inizia la tua lezione di giocodanza.
Questa volta non posso mancare. Le altre volte ti hanno accompagnata il babbo o la nonna. 
Oggi tocca a me. Chisseneimporta di tutto.
Posso risolvere i problemi di lavoro a distanza
Prendo la borsa, esco dall'ufficio, piove a dirotto, non indosso neppure la giacca. Ogni secondo è prezioso.
Monto in auto, auricolari alle orecchie, telefonate di
lavoro, slalom nel traffico.
Eccomi! Arrivo, piccola mia.

Ho fatto in tempo.
Ora sono ferma davanti alla porta della palestra, ti guardo dal vetro
Il cellulare è abbandonato nel fondo della borsa. 
Esisti solo tu con i tuoi calzini antiscivolo rosa che fai i passettini con le tue amichette.

Sono ipnotizzata
Le altre mamme in sala d'attesa approfittano del momento per chiacchierare fra loro. Le loro voci per me sono un sottofondo lontano.

Non ho occhi e mente che per te. 
Ti vedo seduta mentre oscilli le gambe come le ali di una farfalla e mi sento leggera come una nota di quella melodia classica che accompagna i tuoi passetti. 

Ammiro i tuoi piccoli movimenti armoniosi, lenti e ponderati nel gioco dell'equilibrio e mi ritornano alla mente i ricordi felici degli spettacoli di tua zia, mia sorella. Meno male che hai preso da lei! Io sono completamente scoordinata.

La maestra vi chiede di gattonare e saltellare a ritmo di musica. Tu sorridi ed io fremo di soddisfazione.
Tra un esercizio e l'altro, tu e le tue amichette giocate a rincorrervi per tutta la palestra, come se ne foste le proprietarie. Io penso che con quella energia potresti possedere il mondo.

La maestra ti insegna a tenere dritta la schiena. Già so che, fra qualche tempo, invidierò  il tuo portamento elegante.

Poi fate il gioco delle belle statuine, quando c'è la musica ballate liberamente, quando la musica si ferma restate immobili. Che buffa, provi a immobilizzare tutto ma non riesci a trattenere una risata.

Alla fine della lezione abbozzate un inchino.
Per te è stata giocodanza, danza propedeutica per bimbe piccole. Per me è stata danza dei miei pensieri di mamma

Tu ti diverti e sorridi ed io scoppio di felicità.

mamma Ketty

Casetta dell'Avvento e Presepe di lana

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Il calendario dell'Avvento è una delle tante cose che vive nei miei ricordi di bambina e che ha come protagonista  la mamma: me ne comprava sempre uno (in condivisione con mio fratello) e dal 1 dicembre iniziavo ad aprire le finestrelle che ci avrebbero portati al Natale. Era fatto di sole immagini, oggi è fatto anche di pupazzetti e cioccolatini, ma io ricordo ancora l'emozione che provavo quando lo portava a casa.

Io ho continuato la tradizione anche prima di avere Bimbuzza.  Quest'anno l'avrei voluto costruire con lei e in parte lo faremo. Perché in parte!? 
Quando siamo stati a Roma per i morti, i nonni materni hanno regalato a Bimbuzza una casetta di legno dell'Avvento, fatta di tante porte e finestre numerati che in realtà sono delle scatoline. Una bellissima decorazione natalizia per la casa (se vi interessa è stata acquistata da Kasanova).

Ho pensato allora di riempire le scatoline, nel corso del mese di novembre, in modo che dal 1 dicembre Bimbuzza potrà trovare qualcosa di davvero speciale e che ci porterà verso il Santo Natale.

Premetto che questo post non sarà infatti completo di tutto e che vi aggiornerò strada facendo.
Come si suol dire: ci stiamo lavorando e soprattutto ci stiamo preparando.
Come? Ovviamente con un libro.

Quale buona occasione per acquistare un libro sulla storia di Gesù per bambini? Finora gliela avevo raccontata io a sommi capi, poi lei a scuola (andando all'asilo della Chiesa del nostro paese) l'ha immagazzinata con canzoncine e lavoretti, nel corso del tempo e con le varie recite di Natale in chiesa. Ma un libro su tale argomento non lo avevamo ancora letto e ne ho preso uno secondo me bellissimo: La storia di Gesù - prime storie Doremi junior. 
Tra l'altro sarà proprio il libro a guidarci verso i lavoretti da costruire per la nostra casetta dell'Avvento.
Senza dilungarmi troppo sul libro, ci tengo a dire che è adatto ai bambini dai 3 anni, la storia è raccontata in modo semplice e a tratti anche divertente, le immagini sono molto belle per non parlare della rilegatura fatta ad anelli con pagine cartonate molto resistenti, in formato altamente maneggevole. 100 pagine che non si fa nessuna fatica a leggere tutte di seguito.

Ispirandoci alle immagini del libro, abbiamo realizzato la stalla (ancora da rifinire) dove nasce Gesù. I vari personaggi li troveremo giorno per giorno nella nostra casetta dell'Avvento tanto che alla fine, nell'ultima scatolina, troveremo il bambino, avvolto in panni bianchi, da porre nella mangiatoia.

Come ho pensato di realizzare tutto questo? Con la lana! Ultimamente mi è presa la fissa!

Per fare la stalla ho usato un cartone (una scatola da scarpe) che ho rivestito di feltro e lana (oltre ai gomitoli di lana, ho utilizzato delle vecchie coperte che erano state messe da parte).


I personaggi sono fatti interamente di lana con alcuni elementi in feltro: basta fare tanti piccoli gomitoli di lana e attaccarli tra loro con la colla a caldo. Gli animali possono essere realizzati con il metodo dei pon pon (devo perfezionare la tecnica...l'asino per es. sembra un cane...Lo rifarò meglio;-))

Stiamo quindi lavorando alla realizzazione dei vari personaggi: dalla Sacra Famiglia ai pastori con le pecorelle, al contesto e ai Re Magi...

Dal primo dicembre Bimbuzza troverà , in ordine di storia, i personaggi del nostro Presepe di Natale e sarà quindi lei a costruirlo a mano a mano che passeranno i giorni.


Vi piace l'idea? E soprattutto quello che ho realizzato finora?
Vi farò sapere presto del resto...Inoltre ho una bellissima idea per gli Angeli!

Vivy



Lo spazzolino curiosone e il dentifricio #weleda: come invogliare i bimbi a lavare i denti

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Tutti  noi sappiamo quanto sia importante l'igiene orale sin dalla tenera età, anche se i nostri bambini hanno pochi dentini..sì, perché la carie può attaccare anche i denti da latte.

E'importante, quindi, insegnare ai bambini questa buona pratica sin da piccolini instaurando proprio un momento di routine giornaliera.

Mister G ama molto lavarsi i denti e lo fa con attenzione mentre io faccio la stessa cosa vicino a lui. Osserva i movimenti dello spazzolino e li ripete a specchio, se sbaglia qualcosa lo aiuto un po' e in pochi  minuti finiamo di compiere "l'opera".


Vi  devo dire la  verità, all'inizio non è stato così semplice: come per tutte le cose nuove i bambini hanno bisogno  di tempo per capirle,  assimilarle e metterle in pratica. 
Il  primo scoglio che abbiamo incontrato è stato lasciare allo spazzolino lo spazio necessario per entrare in bocca, la  sua reazione è stata inizialmente quella di chiudere con decisione le labbra e dire no con la testa. In effetti la  prima sensazione può essere un po' fastidiosa, insomma lo spazzolino è comunque un corpo estraneo che non si mangia ma che deve entrare in bocca.

Per superare questa difficoltà abbiamo inventato la  storia  dello spazzolino curiosone che vuole entrare nella bocca di tutti per controllare  i denti e pulirli,  visto che senza il suo aiuto non potremmo farlo. 
Come ce  li puliamo altrimenti? In doccia? In vasca? Sotto la pioggia? Questi esempi esagerati lo facevano ridere a crepapelle: "Mamma,  non si può fare come hai detto  te!"
Quindi in pochissimo tempo abbiamo superato  il problema  e siamo  riusciti a vedere lo spazzolino come un "amico"indispensabile.


Il  secondo scoglio, invece, è  stato ben più arduo da superare: la scelta del dentifricio.
Qualsiasi dentifricio per bambini che ho acquistato è  stato accantonato dopo la prima "prova"perché il sapore che avevano non piaceva a mio figlio..per niente. 

Proteste e pianti perché  pizzicavano la lingua, erano aspri, sapevano di sale e via dicendo. Nonostante mettessi una minima quantità, anzi direi quasi nulla..non riuscivamo a risolvere il problema: il tempo che lo spazzolino e il dentifricio passavano nella sua bocca era pochissimo perchè immediatamente beveva un po' d'acqua e si ripuliva la bocca.

Questa difficoltà rischiava di compromettere la sana abitudine dell'igiene orale. Dopo un po' di tempo però sono riuscita a risolvere anche questo (ben più rilevante dell'altro) problema

Ho acquistato il  gel dentifricio WELEDAper bambini e finalmente è stato quello giusto. Oltre a contenere particelle minerali di acido silicico che aiutano a prevenire placca e carie, non contengono sostanze dannose per il  bambino se dovesse involontariamente ingerirlo e soprattutto (per mio figlio) ha un sapore delicatissimo, quasi impercettibile che gli ha fatto esclamare sin dal primo utilizzo:
"Finalmente mamma!  Questo è buono". Grazie "all'aiuto" del dentifricio ci siamo potuti gustare il momento  della pulizia orale con i giusti tempi, spazzolando ben  bene e senza smorfie o corse a sciacquarsi la bocca. Da provare.

Ottima tutta la linea dei prodotti Weleda alla calendula che adesso uso quotidianamente,  in particolare la  crema per il viso che idrata e ammorbidisce la pelle sia dopo l'esposizione al sole che durante l'inverno quando invece diventa secca (ottima anche per noi  mamme!) e il baby wash calendula corpo e capelli, un unico prodotto che dà ottimi risultati dalla  testa ai piedi.

Gustiamoci i momenti dell'igiene e della pulizia con i nostri  figli, insegneremo loro delle ottime pratiche quotidiane.

Francy

Il segreto di Lu

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Che mi piacesse lo scrittore Mario Ramos si era capito già da un altro postdove parlavo delle sue avvincenti storie del lupo di Cappuccetto Rosso visto in tutt'altra veste..quindi appena in biblioteca ho visto un'altra sua opera non ho potuto fare a meno  di  prenderla in prestito. Anche questa volta non ho sbagliato..ottima lettura!!

Il protagonista è sempre un lupo, questa volta però è un cucciolo. Come tutti i cuccioli della sua età, Lu frequenta la scuola. La sua  scuola, però, è particolare: il giorno  in  cui  il preside lo presenta alla classe, Lu si accorge che è l'unico lupetto presente..il resto sono tutti porcellini: maschi, femmine, alti, bassi ma pur sempre porcellini.

Tutta la classe vede in Lu un compagno "diverso"in tutto, aspetto fisico, modo di fare e decidono di non parlargli. In questo modo Lu si ritrova sempre da solo persino nei  momenti di ricreazione dove tutti corrono felici e  si divertono.

Col passare del tempo, uno dei porcellini cerca di avvicinarsi a Lu vincendo i pregiudizi e le idee sbagliate: Lu è davvero simpatico e sa fare un sacco di giochi!! Fra il lupetto e Ciccio il porcellino nasce subito una bella intesa.

Il forte legame instaurato porterà Lu a raccontare all'amico il problema che lui ha  ogni giorno andando a scuola e che lo preoccupa a tal punto da essere tranquillo solo quando è a casa malato.

Ogni mattina il lupo deve subire angherie e scherzi pesanti da tre grossi porcelli che vivono in una fattoria vicino casa sua. La storia si ripete ogni giorno e Lu è davvero impaurito.

Insieme a Ciccio escogiteranno un piano per mettere una volta per tutte a tacere quei porcelli prepotenti.

Non vi svelo altro..la lettura di questo bel libro farà il resto del lavoro. Mi sento di consigliarlo a tutte le mamme che hanno bambini in età scolare (io ho azzardato leggendolo a Mister G che ha  solo tre anni, ma gli è piaciuto davvero tanto).

Le tematiche affrontate da Mario Ramos sono perfettamente calzanti con ciò che succede in ogni scuola da ogni parte del mondo: se arriva un nuovo compagno con un aspetto fisico diverso da ciò che i bambini si immaginano o che semplicemente non conoscono, nasce la diffidenza, il chiudersi in se stessi, la voglia di NON conoscere.
Attraverso le pagine si vede come nasce una semplice amicizia, che sembrava impossibile, distante ma che invece non lo è. Nessuno è "diverso" basta aver voglia di avvicinarsi e approfondire. 

Un'altra tematica importante è la prepotenza dei compagni più grandi, la loro voglia di prendere in giro i piccoli, che troppo spesso sfocia in quell'atteggiamento che ormai sentiamo nominare tanto: il bullismo.

Niente può fermare l'amicizia, grazie a questa si risolve anche questo grosso problema  che non può e non deve rimanere segreto, deve portare a chiedere aiuto e a reagire..proprio come fa Lu.

La narrazione scorre piacevolmente fra le 48 pagine totali ed è suddivisa in capitoli col titolo. Per i più grandicelli è un'ottima lettura da fare da soli, visto che è anche scritta in stampato maiuscolo, adatto sin già dalla prima elementare.

"Un libro che parla di amicizia, solidarietà e integrazione"è scritto sul retro..
da leggere.

Francy

Festa di compleanno #junior masterchef

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Un mese fa la quasi quattrenne mi chiese a bruciapelo: “Mamma, hai il numero di telefono delle mamme dei miei amici?”
Con spontaneità risposi “Si… perché?” 
“Così le puoi chiamare per invitare i miei amici alla mia festa dei 4 anni” 
Io: “”.
Ecco come essere dolcemente costretta ad organizzare una festa non preventivata senza avere neppure l’opportunità di addurre la scusa “Non conosco il numero di telefono dei tuoi amici, non li posso invitare”.

Morale della storia: a distanza di un mese, abbiamo festeggiato il quarto compleanno della mia risoluta bambina.

Considerata la stagione, abbiamo optato per una merenda di compleanno al chiuso in casa (il fratellino, come ricorderete, festeggia invece d’estate in giardino) con cerchia ristretta di amici del cuore.

Essendo una festa in casa con poco spazio per giochi di movimento, ho proposto dei giochi creativi da eseguire da fermi
E siccome adoro cucinare con i bambini (se cliccate sul tag "cucinare con i bambini troverete altri esempi), il tema della festa non poteva che essere “piccoli cuochi” , una sorta di “Junior Masterchef” senza l’ansia da prestazione che caratterizza il programma di Sky.

I costumini a tema: piccoli cuochi

Ho fabbricato per la festeggiata e per i piccoli ospiti dei grembiulini e dei cappelli da chef con del cartoncino bristol color crema. Su ciascuno grembiule ho applicato una tasca di carta velina rossa nella quale ho messo dei forchettoni di cartoncino marrone. Ho attaccato con la spillatrice dei nastrini rossi e bianchi che consentissero ai bambini di indossare e fissare il grembiulino. 
Ho poi ritagliato delle sagome di cappello da cuoco, a ciascuna delle quali ho applicato una fascia di cartoncino lunga da legare intorno alla testa dei piccoli cuochi.

Il gioco della festa: decorazione dei grembiulini e piccolo laboratorio di cucina

Quando sono arrivati tutti i piccoli ospiti, li ho fatti accomodare su una coperta colorata. La festeggiata ha consegnato a ciascun bambino un cappello ed un grembiulino mentre io distribuivo pennarelli e decine di stickers colorati, acquistati in edicola, con tanti personaggi di fiabe e cartoni. I bambini, entusiasti, con l’aiuto delle loro mamme, hanno decorato i grembiulini con gli stickers e li hanno personalizzati con i disegni e i loro nomi.

Finita la decorazione, i bambini hanno indossato la loro “tenuta da lavoro”. Guardate la foto, non trovate che questi piccoli cuochi, con grembiule e toque blanche siano adorabili?
A quel puntoè scattata la fase due del gioco: piccoli cuochi, tutti in cucina
In cucina i bimbi hanno trovato un tavolo con mattarelli, tante formine, dolcini per decorazione e pasta frolla da manipolare. Che felicità quando ho annunciato loro che avremmo preparato insieme i biscotti!
Dopo un po’ di libere manipolazioni, abbiamo fatto due infornate di biscotti di tante forme e colori diversi e ci siamo fatti un applauso per l’ottimo lavoro.
Nell’aria aleggiavano le voci allegre dei bambini e un profumo stuzzicante di biscotti. Alcuni piccoli cuochi hanno voluto assaggiare le loro opere ancora calde.

Il menù della festa

Per la merenda di compleanno ho fatto una precisa scelta impopolare: niente patatine e junk food.
Il menù, salato e dolce, era composto da pietanze fatte in casa con ingredienti genuini:
 panbrioche ripieno di fontina e prosciutto cotto;
 pizza calda sfornata lì per lì dal super babbo e marito;
 rotolini al tonno, rotolini alle zucchine;
-  crostata di confettura di fragole;
-  muffin al cioccolato preparati dalla Viviana (slurpissimo!).

Ed infine, come torta, la nonna ha preparato un super rotolone panna e crema al cioccolato per la gioia di piccini e grandi.

Insomma, nonostante sia stata una festa in casa, con spazi ristretti, ci siamo divertiti tanto. 
Vi confido che io mi sono anche un po’ commossa… Quando ho chiesto a mia figlia se le era piaciuta la festa, lei mi ha abbracciata fortissimo e sgranando gli occhi per la gioia, con quel suo fare passionale, mia ha sussurrato nell’orecchio: “Tantissimo!”.


Ketty

P.S. La ricetta dei biscotti, se vi interessa, è in questo post.


I Tweet come dediche sul diario

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Premessa: sono una mamma che ama e studia i social anche per lavoro. Scusate se esco momentaneamente fuori tema rispetto agli obiettivi del blog. Visto però che i social sono importanti per la condivisione degli articoli, spero la mia riflessione e quanto ho imparato nel tempo possano essere d'aiuto a chi mi legge.
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L'altra sera, dopo una giornata senza Twitter (nemmeno un secondo per aprirlo), mentre scorrevo i tweet andando a ritroso per cercare di "recuperare", ho avuto un flash di me adolescente alla ricerca di nuove dediche sul mio diario di scuola.
Così all'improvviso e apparentemente senza un perché.

A chi non capitava durante le lezioni a scuola di ricevere bigliettini con scritto: mi passi il tuo diario?
A me capitava spesso e tutta felice lo consegnavo a chi mi avrebbe lasciato inevitabilmente una traccia indelebile sulle pagine profumate dalle penne colorate.
Era quasi catartico il momento in cui, poi a casa prima di iniziare i compiti, sfogliavo le pagine alla ricerca delle nuove frasi e dediche che mi avevano lasciato

L'altra sera ho provato per un momento la stessa sensazione e ho pensato subito al mio diario.
Curioso come i tweet, caratteri in formato digitale, riescano a creare una sorta di dipendenza mista ad emozione e curiosità!
Ne ero stata lontana per un'intera giornata e ho sentito come aver perso qualcosa di importante e anche difficile da ritrovare. 

A volte succedeva anche con il mio diario: sfogliavo le pagine mille volte per ritrovare il pensiero che mi era piaciuto di più e sembrava si fosse cancellato, introvabile! 
Mettevo allora dei segni o delle graffette colorate alle pagine contenenti ciò che mi stava più a cuore.

Oggi metto la stellina ai tweet che non voglio perdere e ritrovare con più facilità.

Alcune frasi, quelle provenienti dai baci perugina o estrapolate dalle canzoni, le riscrivevo a mia volta sui diari degli altri.

Oggi i tweet che mi colpiscono e che contengono un messaggio utile per chi mi segue, li ricondivido anche più volte nel corso dei giorni.

A volte capitava anche di creare, attraverso le dediche sul diario, una sorta di botta e risposta. In una sola pagina potevano esserci vari pensieri tra due o più persone.

Su Twitter è molto costruttivo rispondere e creare delle mini conversazioni soprattutto se si "intromettono" in tanti, aggiungendo il proprio pensiero e sapere.

Sul diario si creava inevitabilmente una classifica delle dediche migliori e veritiere, legate a certi ricordi ed esperienze.
Erano quelle su cui tutti tornavamo di più: il diario in classe non era affatto un elemento personale, ma di tutti appunto. E ognuno poteva utilizzare quella frase sul proprio diario o su quello di altri perché ritenuta "autorevole", ricca di tanta verità.
Conseguentemente il proprietario della frase (se anche non ci si firmava, si sapeva benissimo chi era perché conoscevamo la scrittura di tutti), diventava un punto di riferimento in quanto a perle di saggezza ed emozioni. C'era chi le dediche le scriveva anche in arabo con la traduzione subito sotto!


Su Twitter...beh...ognuno di noi sa bene chi è il proprio guru di riferimento e si aspetta sempre qualcosa dai suoi 140 caratteri, un insegnamento ma anche un'emozione.

Non tutto quello che scorre nella time line di Twitter ci cattura o ci lascia qualcosa, così come le fatidiche dediche sul diario.

Ho quindi individuato le 5 caratteristiche che secondo me deve avere un tweet per avere successo, perché possa lasciare una bella sensazione e un insegnamento a chi li segue (un elenco che cerco di rispettare e che ho imparato nel tempo):

1) Sincero e non forzato. Quanto sono belle le dediche che provengono dal cuore? Non fare il simpatico a tutti i costi se poi in realtà non lo sei!;

2) Scritto al momento giusto. Chiedimi il diario durante la ricreazione, piuttosto che durante una spiegazione;

3) Non banale
Se mi devi scrivere solo ciao, tanto vale che non rovini la pagina del mio diario;

4) Citare quando necessario
Se sul diario mi scrivi la frase di una canzone, almeno dimmi di chi è...;

5) Coerente per non deludere chi segue
Non uscire fuori tema anche sul mio diario: se sai che ho certi gusti, non imbrattarmelo di argomenti politici o di cose che sai non leggerò mai.

Pensare ai tweet ripercorrendo con la memoria le pagine dei miei diari di scuola, è stato divertente oltre che costruttivo. Non sempre ci si sofferma sul corretto uso degli strumenti che abbiamo a disposizione e spesso ci facciamo guidare dall'impulsività

Infine vi riporto una frase che mi scrisse sul diario una compagna del liceo e che ancora ricordo con affetto e nostalgia, anche perché oggi lei non c'è più:

Il mio uomo ideale? Basta solo che abbia queste otto caratteristiche:
Bello
Buono
Alto 
Magro
Ricco
Dolce
Sensibile
Intelligente 
By Mary C.

Vivy

Riciclo creativo: trasformare bottiglie di plastica in palline per l'albero di Natale

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Da qualche giorno abbiamo iniziato a creare decorazioni di Natale e da ieri abbiamo aggiunto queste: palline di Natale in plastica. 
Eh già, direte..ce ne sono milioni in giro..sì però le nostre sono fatte a mano e soprattutto le abbiamo ricavate da delle semplici bottiglie in plastica, quelle dell'acqua!!

Il procedimento è molto semplice..l'aiuto di un adulto è indispensabile perchè tagliare la plastica è facile ma può essere pericoloso (è molto tagliente!)

Come si fa:

tagliare a metà una bottiglia, conservare la parte inferiore che ritaglieremo di nuovo fino ad avere il fondo della bottiglia con un bordo di un paio di cm (aiutatevi con un cutter). 
Incidete il fondo con quattro piccoli tagli verticali lungo la circonferenza in modo da poter incastrare un altro fondo di bottiglia sopra quello appena tagliato. Questa è già la nostra pallina.

Adesso riempitela con ciò che più vi piace, carta, stoffa, pongo, che incollerete con colla vinilica o, per avere un effetto più brillantinoso, con colla glitter. Potere anche non incollare nulla e riempirla semplicemente (fate in modo che si sia bella piena).

A questo punto potete incastrare le due metà e fermarle con dello scotch trasparente. Ci siamo quasi..prendete un nastro di raso o anche quello che serve per incartare regali (io lo preferisco) e fatelo girare intorno alla pallina a coprire lo scotch, legatelo nella parte superiore creando un anello dove possa infilare il ramo dell'albero..come faremmo altrimenti ad appenderle?

Oplà!
Finito!! L'effetto finale è davvero particolare, pieno di colori e allegria. Sbizzarritevi con la fantasia, quando le appenderete all'albero risplenderanno coi riflessi delle luci! 
Da provare.

Mister G aspetta il nostro momento del lavoretto ogni giorno,  appena torna dalla scuola infanzia..adora ritagliare le stoffe o la carta, aiutarmi a srotolare lo scotch e guardare le sue palline finite.

Ci divertiamo davvero molto e inoltre impariamo che anche da oggetti che non usiamo più possiamo creare tante decorazioni che rendono più allegro in nostro
Natale. Non ne facciamo più di tre o quattro al giorno..ma va bene così, diciamo che ci gustiamo il lavoro.

E voi? State già preparando decorazioni per Natale?

Francy

KeVitaFare il Natale

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Chi ci conosce sa bene che amiamo realizzare tanti lavoretti con i nostri bambini e il Natale ci offre l'occasione per "sbizzarrirci".

L'inverno, il tempo uggioso e sempre più freddo, le tazze calde di the e i riscaldamenti accesi conciliano le nostre attività creative in casa e ci permettono di trascorrere momenti piacevoli in famiglia.

I bambini si divertono tanto tra colori, materiale da riciclare, carta, lana, plastica e...guardate un po' cosa stiamo realizzando per il nostro Natale (elenco in continuo aggiornamento):

Addobbi per l'albero:
- palline realizzate con cartoncino e altro materiale
- palline create con le bottiglie di plastica - idea riciclo

Il Presepe
- Casetta dell'Avvento e Presepe di lana

Partecipiamo inoltre a varie iniziative che ospitano i nostri progetti natalizi per decorare la casa o fare regali:

L'iniziativa di DecoRiciclo, in collaborazione con Africa creativa
- L'Handmade Christmas di C'è crisi c'è crisi
- I progetti di Natale di Kreattiva

Buon divertimento e buone creazioni!

KettyVivyFrancy

Il Maglione di Porzillo e l’ambizione di diventare grandi

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"Il Maglione di Porzillo" di  Gerdien Van der Linden (Autore), Tjibbe Veldkamp (Autore) - testo di Roberto Piumini - edizioni Lemniscaat

Ci sono due fasi della vita: la fase in cui la nostra aspirazione è diventare grandi, crescere e andare avanti nel tempo e quella in cui vorremmo essere più giovani e andare indietro nel tempo.
Voi in che fase siete?
I nostri figli sono esempi di persone nella “prima fase”, di quanto ci si possa emozionare per quella candelina in più, per quel centimetro di altezza in più.
Dopo aver festeggiato la settimana scorsa i su
oi quattro anni mia figlia si aggira per casa con un’andatura fiera, come se avesse conquistato un premio, come se ne avesse diciotto e potesse chiedere il rilascio della patente. 
La cosa più strana è che le sue amichette, ancora sotto i quattro anni, quando la incontrano la guardano con ammirazione e dicono con solennità alle loro mamme “lei ha quattro anni!”.
Da mamma mi piacerebbe, però, che la mia bimba fosse sicura di sé a prescindere dall’età e dal rapporto anni-altezza. 
Il concetto del vivere il presente è difficile da spiegare e un po’ troppo astratto per una bimba di quattro anni.
Ancora una volta mi viene in soccorso un bel libro per bambini, "Il Maglione di Porzillo" di  Gerdien Van der Linden (Autore), Tjibbe Veldkamp (Autore) - testo di Roberto Piumini - edizioni Lemniscaat.
Porzillo è un porcellino che vuole essere grande, che ogni giorno misura la propria altezza col metro e per crescere mangia tanta erba.
Eppure, col passare dei giorni, è sempre piccolino. 
Tuttavia anche se il metro è inclemente con lui, Porzillo è orgoglioso di se stesso perché ha una grande capacità: sa infilarsi da solo il maglione. 
Quando esce con gli amici e questi notano il suo bel maglione Porzillo non manca mai di rimarcare il concetto: “Me lo sono messo da solo!”.
Il maglione di Porzillo è il simbolo perfetto che non importa quanto si è alti e grandi, ciò che conta è essere consci dei propri punti di forza, saper gioire delle proprie capacità.
D’altra parte la vita spesso ci riserva sorprese e minaccia le nostre sicurezze, anche Porzillo lo sperimenta.
Un giorno si sveglia, prova a indossare il suo maglione e si rende conto di non riuscirci più.
Disperazione, delusione, rabbia. Il maglione, la sua "coperta di Linus", lo ha tradito e in un impeto d’ira lo butta via, e con lui butta via anche la voglia di uscire con gli amici.
Come potrà superare questa crisi? La soluzione è nelle parole di un amico, che gli fa notare una novità tanto attesa: Porzillo non riusciva più ad indossare il maglione perché era finalmente cresciuto!
Questo bel libro, fatto di rilassanti illustrazioni color pastello, ed il testo semplice e immediato di Roberto Piumini, è una lettura della buonanotte ideale, che suscita emozioni ed infonde sicurezza e,come ogni bel maglione, riscalda il cuore.


Che ne pensate?


Ketty


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Questo post partecipa all'iniziativa il "Venerdì del libro" di Homemademamma

Angeli preziosi di Natale

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Non esiste Natale senza Angeli. Credo siano la decorazione che adoro di più, non solo all'interno del Presepe ma anche sull'albero e per la casa. Alcuni Angeli li tengo in casa indipendentemente dal Natale.

Non so voi, ma quando ero piccola (forse perché me ne parlavano sempre e soprattutto mia nonna mia raccontava storie meravigliose sulla loro CERTA presenza accanto a noi) ne ero molto affascinata e spesso mi ritrovavo a pensare al mio angelo custode.
Per non parlare dei film...ve lo ricordate City of Angels??? Lo adoravo!

Una sera anche Bimbuzza mi ha chiesto del suo Angelo (stavamo leggendo la storia di Gesù dove a un certo punto l'Angelo Gabriele appare a Maria). Ho quindi pensato: anche lei è attratta da questa figura! Mi piace!


Tornando al Natale e ai nostri lavoretti, come sapete sto lavorando al progetto Presepe di lana, che sta prendendo sempre più forma, e vi ho già accennato che avevo delle idee particolari per gli Angeli.

Alcuni li ho realizzati seguendo la tecnica della lana, come per gli altri personaggi: 
- gomitoli per il corpo attaccati con la colla a caldo;
- pannolencio rosa per il viso su cui ho cucito occhi e bocca;
- feltro per l'abito e le ali;
- lana per i capelli;
- scovolino giallo per l'aureola.


Ho creato quindi un gruppetto di Angeli simile a quello del nostro libro, quello che avvisa i pastori del lieto evento. Insomma...non sono meravigliosi...ma di più non sono riuscita:)) Tra l'altro evito di mettere le foto delle prime prove (orrende)!

Non è finita qui: siccome mia madre è un Angelo creativo (per l'appunto si chiama Angela) e, se ricordate crea gioielli per hobby, ha realizzato per me degli Angeli preziosi che serviranno non solo per decorare il mio Presepe ma anche per fare dei regali che sono sicura saranno molto apprezzati. Ho chiamato questo gioiello: Ciondolo Angelo prezioso


Una meraviglia:) e ovviamente uno lo porto fisso al collo!
Possono essere realizzati anche in versione più piccola per fare gli orecchini.

Cosa serve per realizzarli:
- perline di varie dimensioni e colori
- perla a goccia 
- componente separatore a forma di ali
- copriperla per il cappellino
- chiodino a pallina
- anellino

Potete sbizzarrirvi coi colori e la fantasia: l'effetto è bellissimo, sia se portato al collo come ciondolo sia se posizionato sul presepe per impreziosirlo con questa "chicca".


Sono bellissimi anche come regalo: ho pensato che confezionerò dei pensierini natalizi (creati in casa) chiusi con un laccetto che tiene il ciondolo angelo prezioso. 

Il regalo "vero" sarà quindi sulla confezione, dando un effetto originale al pacchetto.

Che ne pensate?

Vivy

Riciclo creativo: sfera magica di Natale

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Fin da bambina ho sempre avuto la passione per le sfere di Natale, quelle che contenevano  l'acqua, Babbo Natale o il presepe e che capovolgendole facevano cadere tanti fiocchi di neve o brillantini..


Ricordo benissimo che tenevo fra le mani a sfera e la giravo di continuo come se quel volteggiare di fiocchi nell'acqua mi trasmettesse l'aria di festa del Natale che ormai era alle porte.

Devo dire che anche a Mister G le sfere di Natale piacciono molto, ne abbiamo quattro di dimensioni e con soggetti diversi e le abbiamo già sistemate sul mobile di salotto. Qualche giorno fa ho provato a crearne una con lui, per avere un oggetto che ci piace tanto e che fosse solo nostro. 


Ho scelto di utilizzare il materiale che  avevo in casa per valorizzare ancora una volta (come avevo fatto per le palline dell'albero di Natale) il concetto del riciclo, tanto importante da trasmettere ai nostri figli. Il risultato non è  esteticamente perfetto ma rispetto alle  sfere che abbiamo acquistato quella costruita da noi ci piace davvero tanto..
"Mamma, questa è più bella perchè è nostra!"ha detto Mister G a lavoro terminato.

Qui di seguito le istruzioni per  costruirla.


Materiale:
un barattolo di vetro abbastanza grande, con l'apertura capiente
un bicchiere di plastica bianco
colla vinilica
forbici
pennarello indelebile
piccoli pezzetti di polistirolo (sbriciolateli con le mani)

Ho inciso la circonferenza della base del bicchiere lasciando solo un pezzetto in modo che il cerchietto si potesse sollevare e abbassare senza staccarsi. Poi ho disegnato sul cerchietto la faccia del nostro pupazzo di neve (questo è il soggetto della nostra sfera natalizia) e sul bicchiere i bottoni e le braccia.


Ho inserito all'interno del barattolo i pezzetti di polistirolo e poi il bicchiere facendolo aderire alle pareti di vetro con un po' di colla vinilica. Infine con un bicchiere a piccole dosi ho aggiunto l'acqua (se si inserisce troppo velocemente la pressione dell'acqua a contatto col polistirolo farà diventare l'acqua bianca e non trasparente!!).

Adesso ci siamo: mettete il tappo al barattolo e capovolgete..oplà, la magia dei fiocchi di neve che volteggiano nell'acqua vi conquisterà.

La nostra opera è compiuta!! 
Naturalmente coi bicchieri di plastica si possono creare anche altri personaggi ad esempio Babbo Natale o  la Befana  li dovrete semplicemente decorare in modo diverso. Noi, visto quanto ci siamo divertiti, ne faremo altri e li  regaleremo  agli amici il giorno di Natale.
E voi?

Francy
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