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Channel: KeVitaFarelamamma | Che vita fare la mamma tra emozioni, letture e lavoretti per bambini
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Week end di pulizie e faccende di casa

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Questo week end non avevamo preso particolari impegni..abbiamo deciso di goderci il sole e le belle giornate e io mi sono dedicata in modo approfondito alla pulizie di casa (ci vuole, ogni tanto). 
Solitamente dedico uno dei giorni infrasettimanali alle pulizie approfondite..quell'unico giorno che torno a casa prima del solito accendo aspirapolvere e inizio la mia opera.

Questa volta però avevo intenzione di fare le cose proprio precise, precise e avevo bisogno di dedicare tempo alla casa. Mi serve anche un po' come diversivo, nei periodi di cambiamenti e nuove routine da impostare, è un po' come se sistemando casa sistemassi anche tutto il resto.


Giornate come quelle appena trascorse sono l'incubo del Marito...che mi guarda con occhi terrorizzati...perché sa che qualcosa dovrà fare anche lui, gli tocca.
Sono stata clemente...questa volta solo spolverare e pulire le scale (può andare no?).
Mister G si offre sempre di aiutarmi e anche per lui qualcosa da fare c'è..tipo spolverare la sua libreria col piumino (come gli piace...la polvere va via dalla libreria ma si deposita ovunque...vabbè!)


Durante queste ore trascorse pulendo utilizzo qualche piccolo trucco per avere ottimi risultati..ad esempio:
pulizia del box doccia con soluzione di aceto bianco e acqua rispettivamente 2/3 e 1/3 in uno spray..le goccioline di calcare scompaiono al primo passaggio dello straccio che deve essere asciutto, risparmio tempo e fatica. Ottimo aiuto anche per la pulizia dei vetri delle finestre.

Lo stesso aceto bianco diventa anche il mio ammorbidente preferito per i lavaggi della lavatrice...se stendete i panni senza mollette successivamente, vedrete che di stirare non ce n'è bisogno!! Non ci credete? Provate!! Ovviamente una volta che il bucato è asciutto lo dovete togliere dagli stendini e piegare subito. In casa mia funziona così..dallo stendino all'armadio, senza passaggi intermedi. Il discorso non vale per le camicie del marito che purtroppo vanno stirate..però non mi lamento..stiro solo quelle! ;)

Un altro trucco che mi aiuta a sistemare i panni asciutti è la mia Scatola dei calzini single. Cos'è??? Semplice, il luogo dove i calzini che non hanno il "compagno"si fermano, in attesa che torni. Sì, perché io quando arrivo a stendere il bucato non trovo mai le coppie di calzini, ho sempre un esemplare single...ma l'altro?
La mia teoria è che ci sia una specie di limbo fra la lavatrice e un mondo parallelo a lei interno, dove i calzini vanno a finire per qualche tempo..per poi rispuntare all'improvviso.
Aspettando questo ritorno tanto atteso, i calzini che sono soli soletti li metto in una vecchia scatola da scarpe..che riapro ogni volta che sistemo i panni asciutti nei cassetti: quanti ricongiungimenti!!

Ecco come ho trascorso l'intero sabato, piccoli trucchi e pulizie ordinarie. Che soddisfazione alla fine..entrare in casa, vedere e sentire profumo di pulito mi fa sentire più leggera. In attesa dell'arrivo di una nuova settimana di lavoro...mi sento anche più tranquilla e pronta ad affrontarla come se quell'ordine e quella pulizia siano stati fatti anche nei miei pensieri.
Che dire poi...ognuno si accontenta come può. Buona settimana a voi.

Francy

P.s. Ovviamente poi siamo usciti per cena e abbiamo fatto pure shopping. ;)


Cosa c'è in soffitta?

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Per decenni, le mie case sono state appartamenti in condominio, dotati di garage dove parcheggiare l’auto o conservare oggetti in disuso.

Quando mi sono trasferita in un tipico terratetto toscano, ho scoperto un affascinante  luogo della casa che fino ad allora avevo sentito solo nominare nelle favole: la soffitta.


La soffitta esercita su di me la stessa attrazione di una libreria
E’ un luogo eterno, dove i ricordi continuano a vivere sotto forma di carabattole che hanno perso qualsiasi utilità e, nello stesso tempo, hanno aumentato il loro valore poetico. 
In soffitta si ritrovano oggetti che erano tesori. Quegli oggetti che venduti all'asta non renderebbero il becco di un quattrino ma che, al solo vederli, suscitano reverenza: borse della nonna, giochi dell’infanzia, mobili della bisnonna, abiti dell’adolescenza…
Mille sfumature della propria identità sonnecchiano in silenzio nella soffitta, disturbate solo da qualche ghiro (i ghiri della famosa specie "macomefarannoadentrare?") finché, un giorno,
un componente della famiglia decide di andare a fare ordine o a recuperare qualcosa.

I bambini avvertono la sacralità della soffitta, comprendono subito che quel luogo così poco calpestato può restituire dei misteri.

Così è stato l’altro giorno. Il babbo è andato in soffitta per conservare un oggetto ed è ritornato cambiato, volto gioioso e mani che cingevano una scatolina rossa. Subito mia figlia ha chiesto cosa contenesse, immaginando forse che fosse piena di piccoli dobloni d’oro come il forziere di Jake il pirata.

In effetti, la scatola era piena di luccicanti sfere colorate di vetro, il tesoro dei bambini degli anni ottanta, una preziosa collezione di biglie.

L’esito di questa scoperta lo stiamo ancora vivendo. Sono giorni, ormai, che a casa si gioca con le biglie. Mia figlia e i cuginetti, con il nonno, me, il babbo, i figli degli amici della zia, tutti quelli che capitano da queste parti, sono coinvolti dalla gara delle biglie.

I giochi che possono essere svolti con le biglie sono tanti. In rete ho trovato questo sito http://www.regoledelgioco.com/giochi-di-abilita/biglie/ che spiega le diverse varianti del gioco. 
Noi, considerata l’età dei bambini (età media quattro anni), abbiamo scelto un gioco molto facile.

Mio marito ha tracciato le postazioni di partenze ed un traguardo, con un gessetto,  sul pavimento del giardino, nella parte in cui presenta una leggera pendenza, 

Al via i bambini danno un colpetto lieve alla biglia e inizia la gara di velocità. Quale biglia varcherà il traguardo? Qualcuna si fermerà?

I bambini possono cambiare biglia ad ogni manche, perché le biglie solo apparentemente sono uguali. E’ anche un modo per imparare a soppesare gli oggetti, distinguere le superfici lisce da quelle ruvide e giocare con i colori. La biglia col cuore colorato rosso-bianco-verde è stata ribattezzata Italia, quella gialla biglia del sole ecc.

L’aspetto più sorprendente è che questo gioco tradizionale rapisce l’attenzione dei bambini per molto tempo. Si sa che quanto più piccoli sono, quanto più basso è il tempo di concentrazione dei bambini su un oggetto specifico. Il gioco delle biglie è l’eccezione che conferma la regola. 

D'altronde anch'io potrei stare ore semplicemente ad ammirare le biglie luccicare al sole nella loro forma sferica perfetta, con il loro cuore variopinto.

E voi avete conservato le vostre biglie?

Che tesoro vi ha restituito la vostra soffitta ultimamente?

Ketty

La fatina delle lettere

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A chi non piacciono le fatine? Ma soprattutto chi non adora le bacchette magiche?? Ricordo ancora che quando ero piccola avrei fatto carte false per avere quella che oggi ha mia figlia: cuore che si illumina premendo un tasto con annesso suono da incantesimo!
Io me la costruivo da sola la bacchetta: cucchiaio di legno e carta stagnola.

Ho quindi pensato, nel corso di un pomeriggio piovoso senza poter uscire, di unire l'utile al dilettevole, la magia delle fiabe all'inventiva di mamma, costruendo non una ma tante bacchette magiche, con le lettere dell'alfabeto.


"Bimbuzza, vogliamo diventare le fatine delle lettere???
Per prima cosa dobbiamo creare le nostre bacchette magiche, altrimenti i nostri pupazzi non potranno mai parlare né conoscere le bellissime parole che ci fanno comunicare".
Come?
Niente di originale, lo so, ma è stato divertente! E' stato inoltre un modo per ripassare e imprimere meglio le lettere che ormai Bimbuzza conosce.

Ho preso spunto anche dal fatto che da qualche mese a questa parte le "stiamo studiando", ha iniziato a scrivere il suo nome e le piace riconoscerle, quando siamo per es. anche per strada e vuole indovinarle, leggendo le targhe delle macchine o le insegne dei negozi.


Per prima cosa ho disegnato le lettere dell'alfabeto su un cartoncino, all'interno di quadrati. Bimbuzza le ha colorate a piacimento e, dopo averle ritagliate, le abbiamo attaccate alle cannucce colorate con lo scotch dietro.

Nel frattempo Bimbuzza tentava di creare le lettere con le cannucce stesse, piegandole o combinandole tra loro.

Cosa fare poi di tutte queste bacchette?? Si possono inventare giochi di vario tipo: noi pescavamo dal mucchio una bacchetta e una delle due doveva indovinare di che lettera si trattasse. Non solo! Oltre a indovinarle, è stato divertente indicare le parole che iniziavano con quella determinata lettera e morivo dal ridere quando Bimbuzza diceva che una parola con la T era boTTiglia oppure con la D " di albero" ahaha


Vestita da Cenerentola, ha dato una bacchetta diversa alle sue barbie, chiedendo quale lettera volessero e scegliendole dal mucchio.

Mi fa piacere inoltre vedere che le bacchette le tiene con cura nella sua cameretta, tutte insieme senza perderle... Come immaginavo, la bacchetta ha comunque un suo fascino, anche se queste non hanno suoni, se non quelli creati dalla magia delle parole.

Variante: è possibile realizzarle anche con i numeri dove i giochi da inventare sono molteplici.

Vivy

Un grazie ai nonni attraverso un albero di farfalle

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Parto da una considerazione abbastanza scontata ma doverosa: bisognerebbe dire grazie ai nonni, non solo il 2 ottobre in occasione della loro festa (a proposito: ma da quando esiste questa ricorrenza? Ai tempi "miei" non c'era...:))).  

Andrebbero infatti ringraziati ogni giorno per il tempo che dedicano ai nipoti (e a noi figli...non dimentichiamoci che sono innanzitutto i nostri genitori!!) anche solo con il pensiero.

Bimbuzza ed io abbiamo seguito per l’occasione il tutorial di “I colori di Laura” per creare un biglietto speciale da dare di persona ai nonni vicini e inviare per posta ai nonni lontani.

Perfetti per noi i soggetti del fiore e delle farfalle: il fiore perché è particolarmente amato dalla nonna vicina, le farfalle perché possono invece volare giù fino in Sicilia dalla nonna lontana. 

Siamo partite dai consigli di Laura per creare un biglietto che abbiamo poi personalizzato con altri dettagli. Premetto anche che, prima di raggiungere il risultato finale, abbiamo fatto diverse prove su vari fogli...:)))


- Abbiamo piegato in due il foglio adatto agli acquarelli (grammatura 200) e con un pennello lo abbiamo cosparso di acqua nella parte centrale del foglio;

- E’ stato poi molto divertente giocare con il colore sull'acqua perché versandone un po' in alcuni punti, si scioglieva e si stendeva sul foglio, mentre lo tenevamo verticalmente, girandolo per far prendere strade diverse al colore.
Nel fare questo gioco di acqua e colore (ammetto che abbiamo fatto diverse prove), bisogna avere l'accortezza di bagnare il foglio nella parte centrale, lasciando asciutti i bordi laterali del foglio. In questo modo il colore si ferma tanto da creare una cornice naturale nel foglio stesso.


- Abbiamo usato due colori acrilici: un rosa quasi fucsia e un viola più scuro;

- Con delle stelline di gomma che avevamo già in casa, abbiamo tracciato il nostro fiore dopo averle bagnate sul colore più scuro;

- Con delle foglie vere, staccate da un alberello che abbiamo fuori in terrazza, abbiamo disegnato sul foglio le foglie del fiore, dopo averle bagnate nell'acquarello verde;

- Ho disegnato (alla bell'e meglio!!!) delle farfalline su una carta di gomma e le ho ritagliate. Le abbiamo poi attaccate vicino al fiore e in altri punti del foglio;

- Abbiamo poi impreziosito il biglietto con un cordoncino rosa e altre farfalle imbottite;

- Nella parte interna del biglietto abbiamo attaccato la stampa di questo post che ha firmato Bimbuzza: il suo primo biglietto firmato tutto da sola:)))

Niente a che vedere con il meraviglioso biglietto di Laura...ma ci abbiamo provato!!!


Per i nonni vicini e lontani un pensiero di gioia, speranza e fantasia, racchiuso in un fiore dai colori pastellati e tra farfalle che svolazzano in allegria.

Vivy&Bimbuzza

Come "smontare"il personaggio del lupo cattivo

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Le fiabe classiche piacciono tanto ai nostri bambini, come sono piaciute a noi quando eravamo piccoli. Io leggo milioni di volte Biancaneve e i sette nani a Mister G, ma anche Pollicino e Hansel e Gretel.

Il fascino che esercita la figura del lupo cattivo però non ha eguali per lui. "Mamma, perchè vuole mangiare Cappuccetto Rosso?""Perchè mangia anche la nonna?" ecc ecc...quando poi il bene trionfa sul male, alla fine tira un bel sospiro di sollievo come a dire: "Anche questa volta non è cambiato niente..tutto è bene ciò che finisce bene."


Spesso molti bambini hanno bisogno di sapere che il lupo interpreta la parte del cattivo solo in quella storia, in realtà è un animale come molti altri nè più nè meno. Anzi a volte, quando esce dalla storia di Cappuccetto Rosso non è poi così cattivo come sembra. E'dentro questa realtà completamente diversa che ci porta Mario Ramos con i suoi tre libri che hanno come protagonista proprio il lupo, quello famelico e nero che tutti siamo abituati a conoscere.


In SONO IO IL PIU'FORTE il nostro lupastro si aggira per il suo bosco chiacchierando fra sè e sè e lodandosi per la sua grande forza, che terrorizza tutti. Per avere conferma di ciò ferma i passanti e con tono maleducato chiede: "Scusa, sai dirmi chi è il più forte in questo bosco?", gli interlocutori terrorizzati dalla nomea del lupo, sempre cattivo e divoratore di esseri umani, rispondono timidamente che è lui il più forte e di conseguenza se ne compiace parecchio. 

Gli interlocutori di cui vi sto parlando, udite udite, non sono altro che tutti i più famosi protagonisti delle fiabe classiche: Biancaneve, Cappuccetto Rosso, i sette nani, i tre porcellini ecc ecc. La storia si dipana in questo modo fino all'arrivo del piccolo draghetto che rispondendo a tono, fa cadere l'autostima del lupo ai minimi livelli e lo costringe a fare dietro front con la coda tra le gambe.

In SONO IO IL PIU' BELLO la storia si struttura allo stesso modo, incontrando gli stessi personaggi ma ponendo la domanda diversa..questa volta è "Chi è il più bello?" anche questa volta, all'ultima pagina il draghetto darà del filo da torcere al nostro lupo..che rimarrà "incendiato" dalla risposta.
L'apice della saga si raggiunge con 
IL PIU' FURBO: questa volta la storia è proprio una rivisitazione dell'originale fiaba di Cappuccetto Rosso dove al nostro lupo accadranno vicissitudini incredibili fino alla peggiore: rimanere chiuso fuori dalla porta di casa della nonnina..con indosso la sua camicia da notte e la cuffietta che lui, poverino, da solo non riesce a togliere!!! Si dispera così tanto che ci sarà un bambina, da lui molto conosciuta, che lo aiuterà a togliersi gli scomodi abiti da vecchietta. Non vi svelo il nome..lo avrete capito ma merita davvero di essere letto.

3 libri, 3 modi di raffigurare un personaggio diversi ma in qualche modo uniti a voler comunicare a tutti che spesso, fuori dal contesto in cui viviamo e siamo soliti stare, non siamo come gli altri ci dipingono. Perfino il lupo di Cappuccetto rosso diventa timido, stralunato e un po' goffo.

Una bella modalità di lavorare sui sentimenti coi bambini, fuori dal comune e ricca di spunti per riflettere. Lasciamo il lupo nella sua fiaba... è meglio! almeno sappiamo come si comporterà (alla fine tanto viene sconfitto e trionfa il bene), perché tanto fuori da questa è un gran pasticcione che però ci fa divertire.

Smontare un personaggio cattivo e farlo in questo modo è davvero lodevole, un ottimo lavoro da leggere e rileggere facendo tante risate.

Francy

In Inghilterra con i bambini fra il fantasma di Charles Dickens e le magie di Harry Potter

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Lo scorso fine settimana siamo stati in Inghilterra, fra autentiche bellezze e aspetti esilaranti dell’”inglesità”.

Eravamo lì perché la mia carissima amica M. che abita nel Kent, mi ha donato la gioia di partecipare al battesimo del suo dolcissimo bambino come madrina, termine tradotto in inglese con la significativa parola “godmother”.

E’ stato un fine settimana originale.
Perché? Perché di solito, quando si fanno viaggi verso il Regno Unito, la meta principale è Londra mentre per noi il cuore del viaggio è stato un altro. E’ stato il Kent.

I colori di Rochester
Se si vuole respirare a pieni polmoni il verdeggiare dei prati, se l’architettura delle case inglesi di mattoni rossi stimola romantiche fantasie, se si ha bisogno di lasciare un po’ il tempo presente per tuffarsi in suggestive epoche lontane, allora si può visitare il Kent. 
Mille grazie alla mia amica M. che ha prenotato per noi due notti nella deliziosa cittadina di Rochester, ad appena un’ora di treno da Londra ma lontanissima dalla sua vocazione di città globalizzata. 
Eh si, perché quella linea locale da Londra a Rochester, mi è sembrata il treno magico di Harry Potter che conduce dalla dimensione reale
alla dimensione della magia.
Le botteghe e le case d'altri tempi
In meno di un’ora di viaggio su binari (confortevole anche per bimbi piccoli e gratis per loro), con partenza dalla monumentale Victoria station di Londra e arrivo alla piccola stazione di Rochester, si passa da una metropoli chiassosa, globalizzata, popolata da ogni etnia del genere umano e illuminata dalle insegne di tutte le catene commerciali della terra, al centro di un paese di 27.000 abitanti, tranquillo, a tratti silenzioso, popolato da indigeni, illuminato dalle insegne di negozi/botteghe che non hanno eguali altrove.

Rochester è un paese famoso per un maestoso castello normanno, una mistica cattedrale gotica,  una comunità inglese legata alle proprie radicied il ricordo di Charles Dickens che scelse di vivere alcuni anni proprio a Rochester.
Il centro è un pullulare di negozi e locali uno più attraenti dell’altro, ognuno con una propria “personalità”.

negozi affascinanti
I miei bambini, nonostante la stanchezza del lungo viaggio, si sono lasciati ammaliare dai colori e dall'atmosfera un po’ fiabesca.

Potete immaginare il viso della quasi-quattrenne dinanzi alle vetrine di dolciumi o i miei occhi “a cuoricino” ogni volta che passavamo davanti alle sale da the. 
Alcune in shabby chic style, altre arredate con i mobili vintage dei bisnonni o rivestite di legno dipinto, tutte sfoggiavano servizi da the di porcellana così belli che se anche il the fosse stato acqua sporca, l’avrei gradito.
Naturalmente non ho potuto resistere e ho tentato la sorte andando a gustare the e dolcino con marito e bambini piccoli in uno questi piccolo paradisi della merenda. 
Una merenda chic
Naturalmente  i bambini hanno sbriciolato i loro pasticcini sul pavimento e rischiato di frantumare le porcellane ma gli inglesi, gentilissimi, ci hanno riservato solo sorrisi e ripulito stoicamente il caos prodotto dagli infanti.
Noi abbiamo ringraziato ma non siamo stati altrettanto impassibili quando abbiamo notato le immagini stampate sui collant della cameriera: teschi grigi su fondo nero. Da queste parti la chiamano la “morte secca”. Da brrrrivido e certamente in tono con l'ambiente chic. Ahahaha!

il castello e la vista sul fiume
La visita del castello per la mia bimba è stato un dare forma tangibile ai luoghi delle amate principesse e delle battaglie dei cavalieri.

Per me e mio marito, è stata invece l’occasione per farci altre due risate. Nel giardino antistante il castello, c’erano due novelli sposi che scattavano le foto ricordo con gli invitati. 

Abbiamo le prove che gli inglesi sono kitsch non solo nella vita quotidiana ma anche nelle grandi occasioni: invitata con vestito fucsia fosforescente a motivo nero, capelli viola, stivaletti neri con la zeppa su caviglia tutt'altro che affusolata; altra invitata obesa che sfoggiava pantaloni attillati che nonostante fossero neri lasciavano intravedere cuscinetti di cellulite molli come sabbie mobili; altra invitata che portava sulla testaun gallo ruspante (come definire altrimenti quel copricapo tutto piume?); poi, quando sembrava di aver intravisto un’invitata elegante, con sobrio tubino blu, la signora si è girata e abbiamo notato fra i suoi capelli una comune pinza di plastica bianca, proprio una di quelle che usano i parrucchieri per tenere fermi i capelli mentre mettono i bigodini.
Non voglio criticare, anzi. Per qualche istante ho invidiato un po' questa totale libertà di espressione che hanno gli inglesi nel vestire. La verità è che noi italiani badiamo agli abbinamenti anche quando indossiamo la tuta e le scarpe da ginnastica. Che stress!

Cattedrale di Rochester
Nella bella cattedrale abbiamo ammirato un monumentale organo dipinto ed abbiamo avuto la fortuna di assistere alle prove di un concerto di musica sacra
Secondo voi come si chiamavano gli artisti? I cantanti del re, of course, The King’s singers.
Secondo voi, come ha reagito il mio bambino? Tenero… ha voluto unirsi al coro con un acuto eeeehhh! (a 14 mesi non parla ancora ma ho sempre detto che è sensibile alla musica).

Mentre eravamo fra le navate, si è avvicinata un'anziana signora che aveva tutta l’aria di una perpetua ( a proposito, chissà come si dice “perpetua” in inglese…). Ci aspettavamo che ci invitasse al silenzio e invece, affabilmente, ci ha invitato a partecipare al concerto che si sarebbe tenuto la sera.

Cibo brutto ma vista suggestiva
A mangiare siamo stati, fra gli altri, in un locale d’epoca con le finestre affacciate sulla cattedrale e su una bottega di dolci
L'aspetto discutibile delle portate è stato ampiamente ricompensato dall'atmosfera d’altri tempi e dalla cortesia del personale.

Passeggiando fra i vicoli del centro storico, ogni tanto mi sembrava che sarebbe sbucato il fantasma di Dickens. Chissà forse ero anche un po’ suggestionata dai quadri sulle pareti dell’albergo ...


Però non ho avuto alcun timore degli spiriti del borgo.
Sono stati tutti così gentili in paese che sono certa che persino i fantasmi che popolano di notte Rochester, lungi dal fare male, piuttosto avrebbero avuto piacere a offrirci un the

Ketty


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Questo post partecipa al linky party della mitica Alex di C'è crisi c'è crisi

Quando un social unisce e alimenta progetti per bambini

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Quando ho messo Mi Piace sulla pagina Facebook del gruppo "Mamme a Siracusa ho pensato: "Che carine le mamme della mia città di origine!!! Hanno creato un gruppo, chissà cosa si vogliono dire!!??".

Ho inoltre pensato (sbagliandomi) che probabilmente il gruppo sarebbe morto, come gli N gruppi a cui mi iscrivo e dove a volte non partecipa nessuno, se non a distanza di mesi! 

Nel tempo ho visto invece un gran fermento intorno alle "Mamme a Siracusa", con il lancio di iniziative, foto, dialoghi costruttivi...e infine con la proposta di un vero progetto che ha l'obiettivo di estendersi per tutta Italia. 

Cosa sono riuscite a fare le 1000 mamme di Siracusa, capeggiate dalla vulcanica Concita? 

L'Italia delle mamme che fanno rete. 

Guidate infatti dall'amore materno, hanno deciso di condividerlo e creare sul territorio un sistema che facesse rete con istituzioni, associazioni, enti ma soprattutto mamme, papà e futuri cittadini per migliorare e far nascere servizi a sostegno della genitorialità e dell'infanzia

Un progetto molto ambizioso, me ne rendo conto, ma che sta ottenendo un grande successo grazie all'impegno di chi ci crede davvero. 

Le 1000 mamme volontarie, nonostante gli impegni lavorativi e di famiglia, si confrontano ogni giorno su Facebook e costruiscono e realizzano, day by day, un concreto programma di servizi e attività. 

Per es. stanno lavorando a un percorso di educazione e formazione di alto livello nelle scuole e di sostegno alle mamme, attività di doposcuola, attività di solidarietà tra cui la cena di beneficenza di Natale ed il pranzo di Pasqua, con lo scopo di raccogliere fondi per l'acquisto di defibrillatori da distribuire in tutte gli istituti scolastici della città di Siracusa.  

Bellissimo per es. il Cerco/Offro Tata, un'opportunità per creare nuovi posti di lavoro e fare rete sviluppata sulla bacheca Facebook, o ancora la festa del baby sport, fuori mamme al maneggio, i laboratori con i pupari, l'oasi del papiro per i più piccoli. 

Tra le attività in programma c'è pure la realizzazione di un Centro Pediatrico come punto di riferimento e di ascolto e La Città dei Bambini, una location polifunzionale di cultura, sport, divertimento ed intrattenimento, dedicata alle famiglie, che possa accogliere anche i bambini diversamente abili. 

Tutto questo a Siracusa, dove inutile nasconderlo, si pensa sempre che i progetti muoiano ancora prima di nascere. Non è così in questo caso e lo dimostrano le foto che settimanalmente, condivise nella pagina del gruppo, raccontano la felicità e l'entusiasmo dei bambini e dei genitori che vivono momenti fortemente costruttivi insieme. 

Insieme, infatti, tutto è più semplice. Questo è il loro slogan. 

Se si sta "insieme" già a partire dal nucleo familiare, è possibile affrontare anche le peggiori situazioni ed estendere il bene all'intera comunità. Per me tutto questo rappresenta veramente un grande gesto di umanità e amore verso il prossimo e anche verso la propria città. 

Come dicevo, il progetto non riguarda solo la città di Siracusa perché la ricerca e l'individuazione di protocolli d'intesa con altri comuni d'Italia è stata già attivata e sarà lo step successivo per la creazione di una rete non solo regionale ma anche nazionale. 

Non sarebbe bello avere in ogni città o comune un gruppo "Mamme a...."? 

Noi ci stiamo pensando e, attraverso alcuni contatti, vorremmo tentare di far conoscere il progetto. Certamente è indispensabile mostrare disponibilità, serietà e un forte coinvolgimento. 

Noi mamme abbiamo tante risorse e siamo attive su diversi fronti. Basti pensare a cosa hanno messo in piedi Ana e le altre splendide mamme che, sempre su Facebook, hanno creato un gruppo per organizzare incontri ed eventi per condividere e riflettere sulle letture per bambini (Leggere insieme...ancora). Anche questo è un ottimo esempio di come i progetti si riescano a portare avanti, se guidati da una grande passione.

Qualepassionepiù grande di quella per i nostri figli? quale desiderio nel cuore se non quello per il loro benessere e unfuturomigliore?

Se volete saperne di più sul gruppo, basta contattare Concita che vi fornirà informazioni e tutto il supporto necessario.
Intanto se vi va, anche se non siete di Siracusa, mettendo Mi piace sulla pagina del gruppo, potrete scoprire, giorno per giorno, il programma di tutte le iniziative e respirare l'amore che spinge tante mamme a realizzare qualcosa di unico per i propri bambini e nella loro città

Vivy (Mamma al nord ma nata a Siracusa)

Top of the post #20 settimana 29 settembre - 5 ottobre

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Scusate se da qualche settimana non pubblichiamo la nostra selezione di post preferiti...ma abbiamo letto comunque tanto e commentato quando possibile.

Siamo tornate con l'appuntamento settimanale, che condividiamo ogni giovedì sul nostro blog, e per la prima volta partecipiamo alla Top of the post ospitata adesso da Marina di Da mamma a mamma dove ci sono le regole per partecipare

Pronti a scoprire la nostra classifica settimanale? Eccola qui:


Il preferito di Ketty
Questa settimana mi è piaciuta la creazione di una "artigiana creativa e mamma burlona". Lei è Tulimami e la sua creazione, colorata e utile, è un set cover per pc, sacchetto portacavo e custodia per cellulare. 
La ciliegina sulla torta di questo post è la spontanea affermazione della creatrice: "Per una volta, stavolta, ho lavorato per me". Che bello! Seguirò il suo esempio uno di questi giorni, anche se non sono così brava nella manualità.

Il preferito di Viviana
"L'amore in una tazza" di Lafenicerinascedasé del blog Io scrivo di notte: bellissima la storia e i ricordi che racconta. Anche a me piace pensare che gli oggetti che ci portiamo dietro, negli anni, vivono e trasmettono i sentimenti che abbiamo provato la prima volta che li abbiamo acquistati. Io poi...vado matta per le tazze soprattutto se colorate!

Il preferito di Francy
Questa settimana scelgo un post di stratobabbo: i dolori del giovane father che mi ha fatto sbellicare dalle risate...in effetti dal punto di vista del genitore maschio non avrei mai pensato si potessero sviluppare sindromi come la spalla dello spannolinatore o il braccio Elasticman. Ironia travolgente che ci fa riflettere sul ruolo del babbo: insomma, quando si impegnano così tanto riconosciamo loro qualche doloretto da usura. Complimenti, davvero carino.




KettyVivyFrancy

I cani non sono ballerine! Ovvero: la forza dei sogni

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Venerdì del libro - "I cani non sono ballerine" di Anna Kemp e Sara Ogilvie - Nord-Sud Edizioni
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Vi è mai capitato di raccontare a qualcuno i vostri sogni nel cassetto e di notare sul volto di quel qualcuno uno sguardo perplesso o una risatina sarcastica sotto i baffi?
Avete mai provato la frustrante sensazione di confidare una vostra ambizione a qualcuno e di sentirvi rispondere, in virtù di una presunta razionalità delle cose: “Questo non è possibile!”.

Ogni sogno è tale perché comincia con una negazione: “Questo non si può fare”.

Il libro per bambini (ma anche per adulti) che vi presento oggi, inizia proprio con una negazione:“I cani non sono ballerine!”.

E' il racconto di un piccolo sogno

C’era una volta un dolcissimo cane che non si sentiva un cane perché credeva di essere una ballerina. Amava i chiari di luna, adorava danzare in punta di piedi, si incantava nell'ammirare il tutù della sua padroncina.

Che vita può fare un cane del genere? 


Sicuramente una vita di episodi di incomprensione: il papà della sua padroncina gli vieta di andare a lezione di danza e a teatro perché “ i cani non sono ballerine”, la maestra di danza caccia via il  povero cagnolino dalla palestra, altre persone sono scandalizzate dal suo comportamento anomalo.

Tutto sembra giocare a sfavore del cagnolino talentuoso.

Ma puoi rinunciare a un sogno che senti impresso a fuoco nel tuo dna, che ti insegue come la tua ombra, che lascia la sua scia profumata ad ogni tuo passaggio?

Ci nutriamo di cibo e di sogni nella stessa misura. A volte, anzi, quando un sogno è frustrato, ne risente anche l’appetito.

Il sogno è un incantesimo e la pozione magica è fatta di due ingredienti prevalenti.

Il primo è la perseveranza: se un sogno è forte, ogni tentativo fallito, all'apparenza vano, è solo un passo in più verso il traguardo.
Il cagnolino insiste, insiste: spia le lezioni di danza e prova a parteciparvi, segue la padroncina quando va a teatro a vedere il balletto e un bel giorno, sfidando tutto, si lancia persino sul palco.

Il secondo ingrediente è la fiducia: occorre almeno una persona che crede in te (oltre a te stesso, naturalmente).

Il cane è molto amato. La sua padroncina lo porta nel cuore e asseconda le sue propensioni, prende le parti del cane, lo ritiene capace.

E così un giorno speciale, tra colpi di scena e suspence, il cane riesce a danzare a teatro, con leggiadria e stupore muto di una platea rapita.

Il finale è commovente
Per gli applausi del pubblico? No. 
Per questo abbraccio, soave come un passo di danza classica. L'abbraccio fra chi ha realizzato il sogno e la persona che ci ha sempre creduto.

Avete notato la bellezza delle illustrazioni? Mi hanno colpito l'intensità di alcune espressioni dei personaggi ed i colori pastello, i colori che associo ai sogni. 

Ho comprato questo libro perché mi sembrava potesse suscitare l’ilarità della mia bambina alla quale, come a quasi tutte le bimbe, piacciono la danza e il tutù.  

"I cani non sono ballerine"è senz'altro un libro molto divertente ma mi ha dato anche l’occasione di sviluppare questa riflessione sui sogni e di cominciare a parlare alla mia bambina della forza dei sogni.

E così, da qualche giorno, c’è un adesivo incollato nella stanza dei miei figli, con una scritta luminosa di speranza: “Se puoi sognarlo, puoi farlo” (Walt Disney).


Vi è piaciuta questa storia?
E voi che rapporto avete con i sogni?


Ketty

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Questo post partecipa al "venerdì del libro", iniziativa di Homemademamma

A caccia dell'orso: un libro che si può anche ballare e recitare

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Anche quest'anno siamo stati fortunati: siamo riusciti a iscriverci  al percorso organizzato dal Museo internazionale della Musica di Bologna (i posti sono limitati), dedicato alla danza, alla musica e al teatro.

Un pacchetto di 4 incontri dal titolo "A caccia dell'orso" a cura dell'Associazione Mousikè di Bologna. 
Immaginate il mio stupore quando mi è arrivata la mail di apertura iscrizioni e nel programma ho letto il titolo del percorso di danza educativa adatto all'età di mia figlia!!!
Non ho esitato un secondo, iscrizione fatta e andata a buon fine.

Il libro, un classico della letteratura dell'infanzia (di  Michael Rosean, Helen Oxenbury)) non lo avevamo ancora letto ma era nella mia lista desideri, date le recensioni sempre entusiaste da parte di tante persone che seguo e che amano la lettura.
Click su amazon: comprato anche quello. Almeno...arriviamo preparate, ho pensato;)

Non sapevo davvero cosa aspettarmi, dato che l'anno scorso abbiamo seguito, sempre al Museo, il MamaMusica dove fondamentalmente si cantava. 
Ho fatto tanta danza in vita mia ma non "educativa" quindi l'intera esperienza è stata un'assoluta novità.

Prima di entrare nella sala del Museo dedicata a queste attività, siamo state accolte dalla maestra di danza, Chiara Castaldini, che per terra in cerchio ha voluto conoscere i bambini e i genitori in un giro di presentazioni, spiegando poi cosa ci avrebbe atteso una volta entrati.

Abbiamo trovato tanti tappetini morbidi in cerchio, dove ci siamo accomodati, e per iniziare e rompere il ghiaccio abbiamo fatto un piccolo riscaldamento e movimenti del corpo per distenderci e rilassarci. Ho pensato: ci voleva questo laboratorio per far fare un po di movimento anche a me!!!
Per ogni esercizio, nel corso dell'intera lezione, partiva una musica adatta alla situazione da mimare e al movimento da fare: danza, musica e teatro in perfetta armonia.


Dopo il riscaldamento, durante il quale è stato anche mimato con musica il gesto di coprirsi fino in testa con una coperta e poi fare cucù, la maestra ha incantato i bambini con la lettura del libro, mostrando le figure di ogni pagina.

Non ho volutamente scattato foto durante la lezione, perché piena di bambini, ma avrei voluto tanto immortalare la scena di noi genitori in cerchio nella suggestiva sala del Museo con al centro i bambini rapiti da questa caccia particolare, di un orso che alla fine poi forse tanto cattivo non è e che per trovarlo, fa percorrere alla famiglia protagonista strade impervie e rumorose...

Ma che c'entra il libro con la danza e la musica?
Il libro si presta benissimo ad essere cantato, recitato e ballato perché in ogni pagina, dedicata al percorso seguito per trovare l'orso, c'è una sequenza che la maestra ci ha fatto cantare con la musica:

Non si può passare sopra
Non si può passare sotto
Ci dobbiamo passare in mezzo

Ma in mezzo dove???
La famigliola in cerca dell'orso dovrà attraversare in ordine:
- un campo di erba altissima e frusciante - Svish svush!Svish svush!Svish svush!

- un fiume freddo e fondo - Splash splosh!Splash splosh!Splash splosh!

- una strada piena di melma densa e limacciosa - Squelch! Squalch!Squelch! Squalch!Squelch! Squalch!

- un bosco buio e fitto - Scric scroc!Scric scroc!Scric scroc!

- una tempesta di neve che fischia - Fiuuuuuuu huuuuu!Fiuuuuuuu huuuuu!Fiuuuuuuu huuuuu!

- una grotta stretta e scura dove troveranno l'orso - Brrrrrrrr! Brrrrrrr!Brrrrrrrr! Brrrrrrr!Brrrrrrrr! Brrrrrrr!

Abbiamo quindi mimato, ballato e cantato il rumore di ogni strada: sparsi per la sala, ognuno fermo su un tappetino tondo di gomma (la propria casa), non appena partiva la musica e guidati dalla maestra, dovevamo percorrere ogni strada, rappresentando i rumori con la voce e il corpoTutto questo stando attenti a non pestare i tappetini che rappresentavano le nostre case.


Giravamo ballando, saltando, ognuno verso un suo percorso dove i bambini pure erano liberi di andare dove volevano: in fine...quando, trovato l'orso, la famiglia ripercorre la strada al contrario per scappare, abbiamo nuovamente mimato e ballato le strade al contrario per poi tornare ognuno nella propria casa.

Bellissimo: ogni bambino aveva lasciato "il suo tondo" all'inizio ed è riuscito a ritrovarlo, ricordando perfettamente dove l'aveva lasciato.
Un bel significato: la casa non si dimentica mai ed è il nostro rifugio più grande.
Come quello della famiglia protagonista: tutti a casa, sotto le coperte, si sentono al sicuro e l'orso se ne va.

Ma non è finita qui: la prima lezione è stata dedicata al campo di erba altissima e frusciante (gli altri incontri saranno quindi dedicati agli altri percorsi). 

La maestra ha domandato ai bambini: ma sul prato di erba altissima...cosa si può fare oltre a camminare?

I bambini hanno risposto: scivolare, rotolare, girare, saltare....
Bene! Accompagnati sempre dalla musica abbiamo ballato ognuna di queste azioni: abbiamo camminato per il campo, saltellato, girato toccando l'erba con le braccia, scivolato e ci siamo rotolati a terra. Abbiamo anche colto dei fiori e i bambini li hanno portati ai genitori.

Altra domanda della maestra: ma sul prato...cosa c'è? non solo l'erba...ma anche gli alberi, i fiori, le farfalle e i grilli.

Ognuno nel suo tondo (tappeto di gomma) ha rappresentato un seme che, prima avvolto su se stesso, poi è cresciuto e si è fatto sempre più grande e alto. Ognuno è diventato quello che voleva: uno stelo d'erba, un fiore o un albero.
Abbiamo poi ballato svolazzando come farfalle o saltato come grilli.
Tutto questo sempre con una musica adatta a ogni movimento e personaggio: a un certo punto mi sentivo davvero un grillo perché il suono proveniente dalle casse rappresentava perfettamente il suono dei grilli.

Abbiamo terminato con un girotondo di genitori e bambini, alternati, perché per far sentire delle vere farfalle i nostri bimbi, li abbiamo sollevati a suon di musica in aria con il classico "vola vola", tenendoli dai polsi.

E' stata una bellissima esperienza, movimentata sia dal punto di vista fisico sia mentale: per fortuna, dico io, è stato solo l'inizio...perché ci aspettano altri 3 incontri e noi non vediamo l'ora!

Voi avete mai seguito laboratori di danza educativa? per chi sta a Bologna consiglio di consultare il sito di Mousikè, ricco di iniziative, corsi e laboratori per bambini e genitori.

Vivy

Un caffè con un'amica e una mini merenda al volo

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A volte le giornate del fine settimana prendono un altro sapore quando una tua amica ti chiama e ti dice: "Sei a casa? Fra un'oretta sono da te,preparami un caffè che si fanno quattro chiacchiere".

Che bello! Un po' di tempo da trascorrere sul divano in totale relax parlando del più e del meno con qualcuno che sai che ti capisce e non ti giudica. Organizzare una merenda che accompagni un buon caffè all'ultimo minuto non è cosa facile. In casa non sempre ho ingredienti per fare una torta e comunque il tempo non era sufficiente..che fare?

Ho aperto il frigo e oplà..mi è venuta un'idea.

SFOGLIATINE CON MARMELLATA

1 confezione di pasta sfoglia

marmellata

contenitore da forno
(nel procedimento ovviamente ho chiesto l'aiuto di Mister G :)

Tagliare a spicchi la pasta sfoglia e disporla nel contenitore da forno, riempire ogni spicchio con un paio di cucchiaini di marmellata e chiudere i lembi del triangolo formando una specie di saccottino.
Mettere in forno ventilato per 15 minuti a 200 gradi.

Fatto..mini sfogliatine per accompagnare il caffè pronte.
Non sono dolcetti di alta pasticceria ma vi assicuro che nel salotto di casa, con un'amica e quattro (anche sei) chiacchiere sono perfetti!
Buona merenda a tutti!

Francy

100 cose che mi rendono felice e #100happydays

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In questi ultimi giorni, per dirla come la meravigliosa Carmen Consoli, sono “Confusa e felice”.
Confusa perché ho troppe idee, una massa amorfa di idee, simile a un cielo di nuvole fitte come nembostrati in cui ogni nuvola impedisce all'altra di emergere.
Felice perché... non c'è un solo perché, ce ne sono innumerevoli.

E come me la pensano tutte quelle persone che ultimamente aderiscono alle iniziative di felicità, per es. #100happydays, una vera e propria sfida che sta spopolando sul web: "Sei capace di essere felice per 100 giorni di fila?".
C'è persino un sito, in tutte le principali lingue del mondo. 
Che sia un'operazione commerciale? Può essere, qualche idea me la sono fatta. In ogni caso è un bel gioco di consapevolezza.
Catturare in una foto una scena di felicità, rende la felicità più duratura.

Poi,  in tema di felicità, ci sono le iniziative delle blogger amiche.
Oggi, infatti, aderisco all'invito di mammamogliedonna.it: scrivi 100 cose che ti rendono felice

Scrivere le cose che ci rendono felici, ci rende ancora più felici. 

Le mie 100 cose, in ordine sparso:

  1. Spegnere la tv e con i bambini ascoltare "Lo schiaccianoci" di Chajkovski
  2. Avere un’idea nuova per un post
  3. Andare al mercato e vagare fra i banchi colorati di frutta e verdura anche solo per sentire i profumi;
  4. Leggere storie di italiani che si affermano nel mondo
  5. Pane e cioccolata
  6. Trovare una coccinella sulla tenda di casa
  7. Le chiacchiere leggere a pranzo con i colleghi
  8. Riuscire a stare del tempo con la mia mamma e il mio papà
  9. Passeggiare mano nella mano con la mia bambina
  10. Sentirsi dire dal marito di una strafiga: “Ti vedo proprio in forma” (una botta di autostima notevole)
  11. Andare al lavoro a piedi, percorrendo la ciclabile
  12. Ridere con mia sorella (come rido con lei neppure Zelig)
  13. La risata cristallina del mio bambino quando gli faccio il solletico
  14. Organizzare un viaggio
  15. Ascoltare le omelie molto ispirate di un mio amico sacerdote
  16. Cantare almeno 15 ninnanannediverse ai miei cuccioli (io sono felice di cantarle, e loro di ascoltarle? Boh??)
  17. Guardare un film abbracciata a mio marito sul divano quando i bimbi finalmente si addormentano
  18. La sinfonia n. 9 di Beethoven
  19. Conoscere colleghi con idee e personalità stimolanti
  20. Il momento della #letturadellabuonanotte
  21. Il calduccio che fa il mio canesul pancino nelle sere di inverno
  22. Organizzare le feste di compleanno dei miei bambini
  23. Partire per luoghi inesplorati
  24. Il volontariato
  25. Una tazza di the con le amiche
  26. I riconoscimenti al lavoro
  27. Il cellulare nuovo
  28. Usare i miei elettrodomestici di ultima generazione
  29. Inventare ricette con le verdure
  30. Scrivere biglietti d’auguri personalizzati
  31. Mia figlia che scrive “mamma” senza che nessuno glielo abbia insegnato
  32. I vestiti supercolorati
  33. Quando il corriere suona per consegnarmi un pacco
  34. La ninfea nel laghetto in giardino
  35. Cinema e popcorn
  36. I matrimoni delle mie amiche
  37. Mio figlio che mi tende le braccia quando torno dal lavoro
  38. Quando un mio post suscita emozioni in qualcuno
  39. Comporre i foto – libri per i miei bambini
  40. Ricordare la vacanza a Lampedusa in barca a vela
  41. Il discorso della montagna” nel Vangelo secondo Matteo
  42. Riguardare, su richiesta di mia figlia, il video del mio matrimonio
  43. Invitare gli amici a cena
  44. Condividere esperienze di solidarietà con gli amici
  45. Comprarmi penne e matite colorate
  46. Le lezioni di musica con i miei bambini
  47. Nuotare in apnea
  48. Passeggiare sotto la pioggia
  49. Gli scherzi di mio marito
  50. Chiacchierare con mia suocera
  51. Impiastricciarmi le mani di colore e colla quando gioco con i miei bambini
  52. Accompagnare la mia bambina alla fermata dello scuolabus
  53. La pizza di mio marito
  54. Leggere sotto l’ombrellone
  55. L’idromassaggio
  56. Lo yoga
  57. I post meravigliosi di alcune mamme blogger
  58. Candyman di Christina Aguilera
  59. Annusare i miei figli
  60. Abbracciare la mia mamma
  61. Il cane che mi fa le piroette quando torno dal lavoro
  62. Viaggiare in prima classe in Frecciarossa
  63. Il ricordo del Grand Canyon
  64. Fare l’amore al chiaro di luna
  65. Le scoperte scientifiche contro le malattie
  66. Il sushi
  67. Due ore da sola in casa in silenzio assoluto
  68. Vedere i miei bambini che si divertono insieme
  69. Cercare le risposte a tutti i perché di mia figlia
  70. Sfiorare la pelle vellutata dei miei bambini
  71. Le mostre di Chagall
  72. Raccogliere le spezie nell’orto
  73. Vedere alcune interviste a Che tempo che fa
  74. I whatsapp delle mie amiche alle otto del mattino
  75. Andare in biblioteca
  76. I panzerotti della mia mamma
  77. Andare allo stadio con mio marito
  78. La gentilezza pura
  79. L’ironia
  80. Partecipare alle manifestazioni in piazza
  81. L’altruismo
  82. Il mare d’inverno
  83. Assaggiare i piatti tipici locali
  84. Le foto di San Francisco
  85. Il ricordo di una settimana al monastero di Camaldoli
  86. Gli abbracci del mio nipotino
  87. Le buone notizie sulla vita dei miei amici
  88. Guardarmi allo specchio dopo una bella dormita
  89. Come si divertono insieme mia sorella e i miei figli insieme
  90. Provare i divani e le poltrone all'IKEA
  91. Cucinare con i miei figli
  92. La maschera idratante per il viso
  93. Lo scoppiettare del fuoco nel caminetto
  94. Abbracciare la mia collega con la quale discuto spesso
  95. La passione
  96. Gli orecchini di bigiotteria
  97. Ascoltare le risate di mio marito mentre guarda i film di Lino Banfi 
  98. Il vin brulè
  99. Il turchese, il verde, il rosso, l'arancione, il bianco.
  100. Pensare a quante cose belle ancora voglio fare


Che ne pensate?
Vi va di partecipare a questo gioco?

Ketty

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Questo post partecipa al linky party di C'è crisi c'è crisi

Top of the post #21 settimana 6-12 ottobre

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Anche questa settimana, vi presentiamo la nostra classifica dei tre post che ci hanno più colpito nella settimana precedente. 
Se vi va di partecipare a questa bella iniziativa, cliccate il link che segue di
Marina di Da mamma a mamma dove ci sono le regole per partecipare

Pronti a scoprire la nostra classifica settimanale? 


Il preferito di Ketty
Scelgo il meraviglioso post Ti amo tanto e ti faccio spazio di una mamma green che mentre descrive le modalità con le quali suddividersi lo spazio in una casa non troppo grande, esprime considerazioni profonde sullo spazio del cuore, lo spazio che solo l'amore può aprire. Non c'è casa troppo piccola per una famiglia in cui ci si ama. Grazie MammaGreen!

Il preferito di Viviana

Mi aveva molto incuriosita il post di Fortunatanellasfortunain cui ha raccontato che il marito era andato a informarsi in palestra per lei, tornando a casa con un "Fidati"! Tutto fatto, iscritta!" lasciandole diversi dubbi...
Sono felice di aver letto poi che la prima lezione è andata bene...Leggete perché...


Il preferito di Francy
Questa settimana ho scelto il post di mammaalquadrato che parla di emozioni.
Emozioni legate all'inizio dell'avventura scolastica dei suoi gemelli... Che bello leggere quelle righe che parlano di banchi di scuola, compagni, compiti da fare. L'impegno della mamma sarà doppio ma anche le sue soddisfazioni. In bocca al lupo per l'anno scolastico e w la scuola.



KettyVivyFrancy



http://mammaalquadrato.blogspot.it/2014/10/lemozione-di-un-regolo.html?m=1

La nostra merenda preferita: ciambellone con yogurt e cioccolato

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Vi svelo la mia ricetta. Ammetto di esserne un po' gelosa:)) ma lo spirito di condivisione prevale quindi eccomi qui ad elencarvi ingredienti e procedimento.

Bimbuzza ama aiutarmi. Mi affianca sin da molto piccola nel corso delle mie preparazioni, anche perché le piace nel frattempo leccare ciotole e cucchiai.


Premessa: questa torta viene meglio se si usa una teglia col buco in modo da gonfiare uniformemente.

Vi elenco gli ingredienti in ordine. Io ho infatti l'abitudine di non mischiarli tutti insieme contemporaneamente ma di metterli a poco a poco.

- 4 uova
- 150 zucchero
- 250 ml di yogurt intero bianco
- 150 ml di olio di semi di girasole
- 1 bustina di vanillina
- un pizzico di sale
- 200 gr di farina 00
- 100 gr di fecola
- 100 gr di cacao amaro (se non la si vuole fare al cioccolato, si mettono 300 di farina e 200 di fecola)
- 100 gr di scaglie di cioccolato fondente 
- mandorle a pezzetti (se si vuole)
- 1 bustina di lievito


Il segreto è utilizzare le fruste elettriche e far diventare cremosissime le uova con lo zucchero. Devono diventare schiumose e lo zucchero si deve scogliere completamente
In generale, a mano a mano che si mettono gli ingredienti nell'ordine che vi ho elencato, uno alla volta (tranne zucchero e uova che si mettono subito insieme), bisogna mescolare con le fruste per molto tempo.

Nel frattempo il forno va preriscaldato a 180 gradi. Appena il composto è pronto si inforna per una mezz'oretta. Io solitamente, solo verso fine cottura, la controllo con uno stecchino per verificare che l'impasto non sia ancora troppo morbido.

Quando è pronta, la lascio riposare dentro il forno un po' aperto finché non si raffredda.

Vi assicuro che viene buonissima, fa un gran odore e finisce subito;-)

In fine una spolverata di zucchero a velo completa la nostra ciambella deliziosa.

Ottima per la merenda e la colazione.

Vivy

Bisogna essere giovani per fare i genitori?

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Domenica, 7.00 del mattino. Tutto il quartiere tace nel riposo del giorno festivo, persino i passerotti che popolano il tetto di casa sono zitti. Silenzio, lentezza, flemma, dappertutto tranne che nel mio salotto.
Qui è in corso una grande caccia al tesoro.
Il mio bambino di 15 mesi, Capitan Curious Kid, sta setacciando da tempo ogni angolo di casa. Esplora senza sosta gli spazi, manipola cose, rovista nei cassetti, chiude porte, svuota il cesto dei panni, si lancia sotto il tavolo, parte all'arrembaggio verso le scale, fa giochi di equilibrio sulla sedia.

Ma cosa sta cercando? Qual è la sua missione? Quando si fermerà?

Nel frattempo, io, raccogliendo i brandelli di una me stessa spezzata dal sonno, vigilo su di lui, lo seguo, limito qualche sua mossa avventurosa e riesco a leggere qualche pagina di una guida per genitori.

Il mio sguardo si posa casualmente su una frase “E’ stato detto più volte che per fare i genitori bisogna essere giovani”.

La spiegazione dell’autrice è che quando si è giovani si possono seguire meglio i figli, instancabili nelle loro esplorazioni.
Alle pagine successive la descrizione di scene simili a quelle che sto vivendo col mio piccolo Capitano.

Eppure sono perplessa. C’entra davvero l’età anagrafica con la capacità di accudimento dei figli?
Più osservo me stessa e le altre persone, più sono convinta che
la “giovinezza” è fondamentalmente uno stato mentale.
Conosco tanti “anziani” che sulla carta d’identità risultano essere nati molti anni dopo di me.
Conosco tanti "giovani entusiasti con la chioma del tutto brizzolata.

Allo stesso modo, secondo me, “il genitore giovane” è un modo d’essere.
Il genitore giovane, per me, è colui che, per esempio:

-        adora giocare con i figli;
-        si stupisce dello stupore dei bambini;
-        accompagna con pazienza i babini nelle loro scoperte;
-        è disponibile a tollerare il mal di schiena e il mal di gambe che conseguono a lunghe corse al parco e/o ore di bimbi in braccio
-        ha quel pizzico di creatività che gli consente di inventare giochi per intrattenere i piccoli in qualunque contesto (mezzi pubblici, code agli sportelli, supermercato ecc.)
-        ha capacità di ascolto delle varie forme espressive dei figli: storie inverosimili raccontate dai figli al ritorno da scuola, pianti notturni, lallazioni sonore in momenti “solenni” (tipo quando sei in auto e tenti di sentire la radiocronaca di una finalissima), capricci inspiegabili, canti stonati, racconti particolareggiati di ogni seduta in bagno ecc.
-        quando parte per un viaggio lontano e finalmente può stare una serata solo con se stesso, si rende conto di annoiarsi tristemente
-        accetta con filosofia il nuovo design che i bambini hanno conferito alla casa e all'arredamento: pareti con macchie-colori pop art, pavimento da stadio post concerto di Vasco, vetrine che espongono fra l’argenteria gambe di Barbie, ruote di camioncini, tessere di puzzle e briciole di merende
-        è genitore ma è anche un po’ bambino e infilare il dito nel barattolo della nutella è una trasgressione da concedere anche a se stessi,
e così via…

In tutto questo, l’età anagrafica del genitore, mi pare che sia solo una circostanza secondaria.

D’altra parte ho abbastanza fiducia nella natura per ritenere che l’età biologica per diventare genitori coincida con l’età fisica per sostenerne le fatiche.

Avrei altre considerazioni ma non voglio farla troppo lunga e mi piacerebbe conoscere il vostro parere.

Che ne pensate?

Vi ritenete abbastanza giovani per essere mamma e papà?
Mi aiutate a completare la lista “il genitore giovane è…”

Ketty


Ho staccato la spina per un po' e ora riparto alla grande!

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Ho passato qualche giorno un po' così: non avevo voglia di fare niente o meglio niente al di fuori della mia famiglia. Ho avuto bisogno di staccare la spina, di non sentire nessuno. Un modo per dedicarmi alla casa, alla routine, a Mister G e alla famiglia.

All'inizio mi sono preoccupata, vi dico la verità, non mi era mai successo. Ho controllato poco il pc e quasi per niente il cellulare, ho visto le notifiche sulle app del telefono ma non avevo voglia di leggerle. Per un fine settimana ho lasciato fare, ho scelto di fare quello che mi sentivo...forse ogni tanto per ricaricarsi ci vuole del tempo da trascorrere con se stessi e con i propri affetti. In molte altre occasioni ho sentito il bisogno di stare con mio figlio anche a non fare niente, ma questa volta è stato diverso: mi sembrava tutto superfluo.


Ho letto, ho giocato con le costruzioni sul tappeto di casa costruendo torri altissime, ho fatto lunghe camminate sulla pista ciclabile in mezzo alla natura, ho chiacchierato con mio marito davanti ad una tazza di tisana, ho dormito. Non ho acceso la tv, nè la radio, nè la connessione wi fi (solo a tratti ma senza frenesia o voglia di guardare qualcosa in particolare), il pc è rimasto sul cassettone in camera, spento e non in carica...sabato l'ho pure spolverato tipo soprammobile.

Non ho messo la sveglia, abbiamo dormito tutti e tre nel lettone, raccontando storie inventate o giocando al gioco degli indizi, ho fatto la spesa poco prima del pranzo e della cena senza programmare o scongelare niente per il giorno dopo, non ho organizzato la giornata né calcolato i tempi. 

Oggi che la settimana è ripartita mi sento come nuova...ogni cosa è tornata al suo posto, tutto è stato riacceso e ripristinato, il trillo di whatsapp mi ha riconnesso con le mie amiche (comprese le colleghe del blog che mi stavano dando per dispersa, ma questo è il bello di noi: ci capiamo senza spiegazioni o con spiegazioni postume ;), internet collegato sia dallo smartphone che dal pc, assetto perfetto...ma soprattutto è tornata la mia voglia di socializzare..chissà, a volte per ripartire alla grande ci vuole anche un po' di black out, la spina staccata come si dice.

Ho capito che forse ogni tanto ascoltarsi fa bene e che dovrei farlo più spesso, ho capito che il mio mondo è dentro le quattro mura di casa ma che poi non potrei mai rinunciare a quello che c'è fuori, ho capito che siamo fatti per stare un po' per conto nostro ogni tanto e a giuste dosi e che non può far altro che bene.

Buona settimana a tutti voi.
Francy

Un weekend a Londra per bambini

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È il secondo anno che trascorriamo un weekend lungo a Londra, a ottobre, con la nostra bambinaRiteniamo infatti sia un buon periodo per visitarla, dato che la temperatura è ancora abbastanza mite: per gli inglesi ottobre equivale al nostro agosto, stando a come vestono!
Certamente in un solo weekend è impossibile visitare tutto e bisogna fare delle scelte.

Credo però che il percorso che sto per raccontare possa accontentare l'intera famiglia, per una visita appagante e dopo la quale si torna a casa con un bel bagaglio di esperienze, oltre che con un gran mal di piedi!

Già prima di partire ho programmato la nostra mappa dei percorsi, soprattutto perché volevo seguire un itinerario adatto anche alla nostra bambina. Vi consiglio quindi di arrivare preparati con un minimo di tappe già stabilite, in modo da organizzare bene i tempi e i giri da fare.

Se cercate su internet troverete tantissimi suggerimenti dei quali mi sono servita anche io. Per es. ho trovato utilissimo un articolo di Bambini con la valigia. Adesso vi dico in pratica cosa siamo riusciti a fare partendo giovedì e tornando domenica, considerando che i giorni pieni per girare sono stati solo due.

Arrivo e spostamenti: un tour in bus inconsapevole
Siamo partiti da Pisa il giovedì a ora di pranzo: questo ci ha permesso di fare le cose con calma e arrivare a Stansted nel pomeriggio, dove abbiamo preso il bus Terravision che avevamo prenotato online.
La volta scorsa, poiché arrivati di notte, avevamo prenotato un taxi, eravamo stanchi e non abbiamo visto niente.
Questa volta il tragitto in autobus verso Londra (ci ha portati a Victoria station) è stato un vero tour, dato che abbiamo contemplato le campagne e i paesaggi prima di arrivare in città e poi, a Londra, abbiamo attraversato la city illuminatissima nei suoi splendidi palazzi e grattacieli e colma di fermento, essendo l'ora in cui tutti staccavano da lavorare.

Bimbuzza incantata, appiccicata al finestrino, diceva: "Mamma questa città è bellissima! Dall'altezza del nostro bus osservavamo ogni particolare e abbiamo rivisto (ci eravamo stati già l'anno scorso, quindi avevo escluso la zona dal nostro percorso e invece...) il Big Ben, l'abbazia di Westmister, la casa del Parlamento, Tower Bridge,  il London Eye - la ruota panoramica, il Tamigi e poi...siccome c'era un po' di traffico e si andava piano, io ho contemplato scene di vita londinese attraverso le finestre illuminate delle case (belle fuori ma molto confusionarie dentro...quanto mi piace sbirciare gli interni delle case!!!), gli uffici praticamente sulla strada, essendo tutte vetrate illuminate (scrivanie ordinatissime con tantissimi post it), uomini in giacca, cravatta e zainetto felici di correre al pub dopo il lavoro, ragazze sbracciate ma anche con la pelliccia, tante persone sportive in corsa o in bici e...nessun motorino. Ma a Londra non esistono? 

A Victoria abbiamo preso un taxi (volendo il collegamento con la metro c'era ma eravamo stanchi e volevamo arrivare il prima possibile) e siamo arrivati a Shepherd's Bush, in hotel alle 20.00 circa.

Per la scelta dell'hotel (su booking.com) abbiamo considerato non solo i prezzi (prenotando una quindicina di giorni prim abbiamo pagato circa 90€ al giorno per tre notti) ma anche la zona: Hammersmith and Fulham, non lontano da Holland Park, Kensigton e Chelsea e quindi vicinissima al cuore di Londra.


Nel corso del weekend abbiamo scoperto la bellezza di prendere i bus rispetto alla metro: proprio vicino all'hotel passava il 94 che portava a Piccadilly Circus, percorrendo la zona di Holland Park, Nothing Hill e Hyde Park. Io e Bimbuzza, sedute ai primi posti del nostro bus a 2 piani, eravamo troppo contente! Consiglio quindi di verificare anche le linee dei bus dato che passano spesso e a distanza di pochi minuti, permettendo di guardare la città dall'alto e contemplarla mentre si raggiungono le mete stabilite.

La sera dell'arrivo abbiamo deciso di restare nella nostra zona, esplorarla per renderci conto delle distanze tra hotel e varie fermate di metro o bus e abbiamo cenato in uno dei tanti ristoranti presenti in zona. 

Primo giorno: tra parchi, animali e fermento del venerdì sera
Usciti dall'hotel alle 9.30, abbiamo acquistato i biglietti della metro giornalieri (Bimbuzza gratis - fino a 10 anni) per un tot. di quasi 18 pound (i singoli costano 4.70 pound).


Prima tappa: Regent's Park. Siamo scesi alla fermata Baker Street dove ci ha accolti la statua di Sherlock Holmes e dove si trova il famoso Museo delle cere, Madame Tussaud's. Noi abbiamo proseguito per Baker Street, strada dedicata alla musica e ai misteri con un negozio interamente dedicato ai Beatles e il museo di Sherlock Holmes.

Proseguendo si accede alla parte sud del Parco dove c'è un lago con tantissimi cigni, oche, tortore (come ad Hyde Park) e sedie a sdraio per prendere il sole lungo i bordi, oltre a tanti scoiattolini tra gli alberi. A differenza di Hyde Park (dove più che altro c'è una distesa infinita di prato), il Regent's Park è fatto di tanti giardini con diverse varietà di fiori e piante (in quel momento c'erano ragazzi che piantavano bulbi in modo coreografico), c'è inoltre il giardino della Regina Mary (Queen Mary's Garden) curato nei minimi dettagli e con una bellissima fontana e tante nicchie, come se si fosse in un labirinto di piante e fiori.

Seguendo il percorso si arriva in una parte del parco dedicata allo sport (Sports pitches): distese infinite di prato dove ragazzi e ragazze, tutti rigorosamente con le tute della scuola, praticavano rugby o calcio.

Già all'interno del parco è possibile, a un certo punto, sentire e vedere gli animali dello zoo: bimbuzza non vedeva l'ora di arrivare, attratta dai versi degli animali che sembrava la chiamassero! 
Noi abbiamo deciso di goderci prima il parco e poi lo zoo, ma volendo è possibile arrivare con la metro direttamente verso l'entrata dello zoo, scendendo a Mornington Crescent.

Inutile dirvi quanto sia bello lo zoo di Londra: subito all'entrata c'è un Acquario che ci ha incantati per un bel po'. La cosa che mi è piaciuta di più è che lo zoo è organizzato a quartieri, tipo Il Regno del gorilla, della tigre, del leone...ecc quindi si entrava in percorsi dedicati dove venivano descritte su pannelli le abitudini degli animali in questione e, attraverso vetrate o ponti di legno sopraelevati, si potevano ammirare nei loro vasti spazi. 

Particolarissimo il Regno delle farfalle: un enorme gonfiabile pieno di vapore, piante e fiori e dove le farfalle svolazzavano liberamente sopra le nostre teste.

Siamo rimasti allo zoo per almeno due ore e non abbiamo mangiato lì perché avevamo in mente di farlo nella nostra tappa successiva, vicinissima, a Camden Town.

Uscendo nella parte nord del parco inizia subito la zona di Camden: felicità per il babbo che trascorreva i suoi sabati lì, quando da adolescente lavorava a Londra durante l'estate.

Abbiamo pranzato in un locale degno di nota, pulitissimo e attento all'ambiente: "Hook" dove si mangia il Fish&Chips più' leggero di Londra con pesce fresco di giornata. Lì ci ha accolti una cameriera italiana (ovviamente), precisamente emiliana, che ci ha raccontato la sua esperienza e la facilità con cui ha trovato lavoro, con anche la possibilità di fare carriera (strapagata oltre tutto!!!).

Siamo rimasti nell'accoglientissimo locale per un bel po', perché oltre a mangiare e chiacchierare piacevolmente, avevamo bisogno di riposare in vista del tour pomeridiano per il mercato di Camden. Ah, ovviamente la wifi era gratuita, come in gran parte della città e dei locali di Londra.

Non lo avrei mai detto ma il mercato di Camden, le sue strade strapiene di gente, i negozi, i mercatini, il canale, i palazzi pittoreschi hanno attratto tantissimo Bimbuzza che è voluta passare più volte negli stessi punti per guardare alcuni scorci e palazzi, come quello con i draghi. Voleva addirittura camminare e non stare sul passeggino, perché voleva essere libera di guidarci dove le piaceva di più.
Io credo di aver visto le cose e le persone più strane e sentito odori di cibi di ogni tipo e cultura, in un mischione unico e colorato.

Per chi è amante della birra e dei pub inglesi, è proprio qui che si trova il pub più antico della storia: The World's End, dove però non fanno entrare con i bambini, nemmeno se è ancora pomeriggio. Ci abbiamo provato...ma picche. 

Poco male...perché proprio fuori si svolgeva uno dei tanti spettacoli di strada che Bimbuzza ha scoperto e vissuto in modo quasi commuovente. Tutte le volte che notava un gruppo cantare o ballare o fare un qualsiasi spettacolo, dovevamo fermarci fino alla fine e portare poi una monetina agli artisti di strada. Allo spettacolo di un cabarettista avrebbe voluto anche partecipare facendo la valletta.

Questo per dire che a Londra c'è sempre qualcosa da vedere e che attrae i bambini, anche in mezzo alla strada!


Finito il giro a Camden abbiamo preso la metro per dirigerci nel cuore di Londra, scendendo a Leicester Square.

Il giro nasce spontaneo: si passa dalla zona piena di teatri e caratterizzata dal famoso negozio M&Ms a Piccadilly Circus, Regent's street e Oxford street. Noi questa volta ci siamo fermati a Regent's street anche perché siamo entrati da Hamleys, il famoso negozio costituito da 4 piani di giocattoli e ci siamo rimasti un'ora! Meravigliosi i ragazzi che giocano con i bimbi promuovendo vari giochi e attività. Un posto dove, anche se non compri (ma non è stato il nostro caso), i bambini trascorrono momenti piacevoli di gioco e risate.

Dove mangiare con i bambini a Londra?
Il giro del nostro primo giorno lo abbiamo concluso girando per Carnaby street per poi tornare verso Piccadilly dove abbiamo cenato.

Il capitolo cibo con bambini merita una menzione a parte: dipende ovviamente dalle età dei figli, ma la nostra 4enne ha i "suoi" gusti e abitudini difficili a morire. Voleva la pasta e possibilmente la sua carne. Londra è piena di locali e pub ma il più delle volte i cibi sono speziati e anche piccanti. Abbiamo allora provato a Shaftesbury Avenue il ristorante italiano "I fratelli La Bufala", una vera scoperta sia dal punto di vista culinario (molto buono) sia organizzativo. Ci siamo seduti subito, nonostante la confusione, e ci hanno servito velocemente. Bimbuzza ha preso la lasagna, noi una buonissima pizza napoletana.

I "Fratelli La Bufala" si trovano in vari punti di Londra e sono una buona alternativa, se si hanno bambini come la mia;-)

Terminata la cena, abbiamo preso il bus 94 sulla Regent's street che ci ha portati dritti all'hotel.


Kensington Gardens - KeVitaFarelamamma
Secondo giorno: sogno di Chelsea/Kensigton e dinosauri che paura!
Alle 10 abbiamo preso il solito bus e siamo andati dritti nel nostro parco preferito, ci siamo andati anche l'anno scorso e non potevamo non tornarci: Kensington Gardens. È qui che oltre ad esserci lo splendido palazzo della Regina Vittoria (Kensington palace), un lago immenso e tantissimo verde, c'è il meraviglioso parco giochi in memoria di Diana (Diana Memorial Playground). Si entra gratuitamente e si accede, attraverso un cancello custodito, in uno spazio dove l'elemento principale è la sabbia. Tutti i giochi rigorosamente di legno stanno sulla sabbia, tanto che molti bambini correvano scalzi come fossero al mare. Il galeone dei pirati col suo forziere è un paradiso per bambini, molti erano travestiti o avevano gli accessori dei pirati.

Uscendo dal parco la nostra bimba si è addormentata per quanto era stanca e noi ne abbiamo approfittato per visitare il quartiere di Kensington e Chelsea fino ad arrivare alla casa di Freddy Mercury (Logan place) nella zona di Earl's Court.

Abbiamo camminato davvero tanto mentre Bimbuzza dormiva e ricaricava le pile per la tappa successiva: percorrendo la Cromwell road siamo arrivati al Museo di Storia Naturale (per chi va in metro la fermata è la South Kensington).


Il palazzo stesso è già di per se' una meraviglia; l'ingresso è gratuito e c'è un servizio d'ordine eccezionale tanto che nonostante la fila e la tantissima gente, si riusciva a percorrere benissimo l'intero percorso per visitare le varie zone del Museo.

La nostra preferita è stata la Blu, dedicata ai Dinosauri: le foto parlano da sole. Alcune ricostruzioni si muovono e sembrano vere...

Abbiamo trascorso parte del pomeriggio al Museo, fermandoci una bella mezz'ora nel punto ristoro dove Bimbuzza ha giocato con i suoi dinosauri comprati allo shop.

Lasciato il Museo, abbiamo preso la metro subito vicina, a South Kensington, e siamo scesi alla St. James Park per ammirare Buckingham Palace. Abbiamo poi percorso il lungo viale The Mall fino a Trafalgar Square, visitato la zona di Embankment, piena di locali e pub, e ci siamo fermati a Covent Garden per cenare. Nonostante fosse ora di punta non è stato difficile sedersi in uno dei ristoranti all'aperto, dopo aver constatato che il menù era adatto anche alla bambina.

Abbiamo concluso la serata, non ancora stanchi di camminare, nuovamente a Piccadilly e Regent street dove abbiamo ripreso il nostro bus per tornare in hotel...completamente distrutti ma felici.

La bambina non ci ha dato mai alcun problema ed è stata partecipe in tutti i nostri spostamenti, vivendo con entusiasmo ogni posto e situazione. Ha capito subito lo spirito della nostra vacanza e ogni volta che lasciavamo un posto chiedeva dove andassimo subito dopo. A un certo punto, stanca morta, ha chiesto: torniamo in hotel? Ahaha poveretta...

Infine ci tengo a concludere con una riflessione che mi è nata spontanea, dopo questa breve vacanza. 




Ho capito che vorrei essere:

- una donna inglese, per non avere nessun problema di abbinamento colori per il vestiario e indossare serenamente gonnelline dai colori improbabili con collant rigorosamente nero, opaco e anche smagliato, con scarpa da ginnastica o ballerina;

- una mamma inglese, per non avere 3000 paranoie con gli sbalzi di temperatura, lasciando mia figlia libera di buttarsi nel fango, scalza, bagnandosi tutta e vestita da estate anche con 16 gradi, il cielo grigio e un fastidioso venticello;

- una moglie inglese per vivere nella zona di Chelsea e Kensington come sogna anche lui (mio marito).



Se volete, qui potete guardare anche la nostra storify, dove abbiamo condiviso momento per momento le emozioni del viaggio "Londra by child".

Spero inoltre che questi consigli possano essere utili a qualcuno, come lo sono stati per me tutti quelli che ho letto e raccolto per il web. In caso...fatemi sapere;-)

Vivy

Questo post partecipa al Playground Around the Corner

Top of the post #22 settimana 13-19 ottobre

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Anche questa settimana, vi presentiamo la nostra classifica dei tre post che ci hanno più colpito nella settimana precedente. 
Se vi va di partecipare a questa bella iniziativa, cliccate il link che segue di
Marina di Da mamma a mamma dove ci sono le regole per partecipare

Pronti a scoprire la nostra classifica settimanale? 

Il preferito di Ketty
Mi è piaciuto molto il post Insegnare l'imperfezione 
di www.malanotteno.wordpress.com. Ci sono bambini e adulti
inflessibili e severi verso se stessi ma la nostra perfezione umana è proprio nei nostri limiti! La mamma di Malanotteno cerca di trasmettere questo messaggio al suo bambino.

Il preferito di Viviana

Questa settimana sono di parte...molto di parte!!! Ebbene...anche mio marito adesso ha un blog! Vi immaginate la scena adesso? Entrambi la sera che scriviamo i nostri post e ce li leggiamo a vicenda prima di pubblicarli!!! Per scoprire di cosa tratta il suo, vi invito a leggerlo. Tra l'altro non potevo non scegliere quello che ha scritto anche lui sul nostro viaggio a Londra, affrontandolo da un altro punto di vista che interessa sicuramente chi decide di visitarla;) 

Il preferito di Francy
Ho scelto un post diMammaPikyche mi ha fatto sorridere: quando i figli vanno a dormire nella loro cameretta in noi rimane un po' quel senso di nostalgia che...non ci fa dormire. E' successo anche a me quando mio figlio ha "abbandonato"il nostro lettone,lo andavo a controllare nella sua cameretta con una sensazione a metà fra la felicità e la tristezza..adesso, quando ogni tanto ci torna..io sono contenta. D'altra parte il tempo passa, loro crescono e noi non possiamo far altro che guardarli crescere. In bocca al lupo!


KettyVivyFrancy

Un libro da "costruire": carte in tavola

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Pollicino, Carte in tavola, edizioni Fatatrac


Nel mio ultimo giro in libreria ho notato in una scaffale tanti contenitori di cartone che sulla costola avevano titoli di storie classiche tipo Pinocchio, Cappuccetto Rosso e Pollicino.
Proprio da questa fiaba ho voluto cominciare la mia osservazione. Grande la mia curiosità nel vedere che del libro non c'era proprio niente, la scatolina conteneva 20 cartoncini che avevano da una parte coloratissime immagini e dall'altra la didascalia riferita a quelle.

Rigirandolo un po' fra le mani ho pensato potesse essere una bel regalo-sorpresa per il mio Mister G ed infatti avevo ragione. All'interno del contenitore c'è stampata la storia completa e una figura che mostra come montare la nostra storia, dietro ogni cartoncino un numero e la didascalia.


Io e Mister G ci siamo da subito lasciati affascinare dalla modalità diversa di "vivere"la fiaba, si tocca pezzo per pezzo, non si sfoglia. Affiancando i cartoncini  l'uno all'altro si crea una grande quadro dove poter osservare tutti i protagonisti della storia, grande effetto..veramente bello.La figura finale è grande 68x81cm!!
Finito di leggere il retro della carta la si può affiancare a quella precedente e oplà..il gioco è d'effetto e la storia si snoda e si compone sotto i nostri occhi come un grande puzzle che si svela seguendo l'ordine narrativo,perfino l'arrivo dell'orco feroce ci ha lasciato di stucco.


La storia è un classico delle fiabe per bambini ma la modalità di leggerla e viverla è veramente nuova ed affascinante. Adatta anche a bambini più grandi si presta ad essere letta in varie modalità: se un bambino sa leggere si potrà facilmente cimentare in questa prova, a facilitarlo c'è la scelta della casa editrice di utilizzare lo stampatello maiuscolo. Inoltre dovrà cimentarsi anche in prove di logica e matematica, visto che
bisogna leggere le carte in ordine numerico crescente per poi affiancarle nel modo giusto. Se si sbaglia numero non torna la scansione temporale della vicenda narrata me nemmeno il grande disegno dall'altro lato.

In ultimo si potrebbe lavorare anche sulla divisione in sequenze della storia, quell'attività scolastica non sempre chiara da capire, qui diventa estremamente semplice: ogni carta è una sequenza, con un'azione importante da raccontare.

L'abbiamo smontata e rimontata tante e tante volte, la storia di Pollicino ci è davvero piaciuta. Lettura diversa ma sicuramente da provare anche con bambini più grandi.

Francy

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Questo post partecipa all'iniziativa Venerdì del libro di Homemademamma

Le ricette del contadino: risotto ai mirtilli

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I mercati della filiera cortaesercitano su di me un fascino superiore a quello delle boutiques d’alta moda.

Passare fra le bancarelle di frutta e verdura fresche di stagione, per me è una gioia per la vista ed un tripudio della fantasia culinaria.
Chiacchierare direttamente con il produttore mi aiuta a conoscere meglio la storia e le caratteristiche del prodotto e ad avere la consapevolezza che quel prodotto è arrivato sulla mia tavola con impatto ambientale minimo e a prezzi  ragionevoli.

L’ultima volta che sono stata al mercato
, il pezzo forte del mio bottino è stato il mirtillo dell'Abetone.

Un anziano appassionato produttore della Cooperativa Agricola L'erbolaio (qui trovate il link al sito: L'erbolaio), non ha faticato minimamente a convincermi ad acquistare un chilo di mirtilli freschi e tanto altro.

Il mirtillo: un frutto intenso per colore, gusto ed effetti benefici per la salute, indicato per:
trattamento dei disturbi circolatori, specie di origine venosa e in tutti i casi di fragilità capillare, soprattutto a carico della retina;
- trattamento della diarrea, delle coliche dolorose addominali e delle cistiti;
- trattamento nelle infezioni urinarie e intestinali, provocate dall'alterazione della flora batterica;
favorire la vista specialmente la sera, quando c’è poca luce
- ... molto altro 
(la fonte di queste informazioni, oltre alla chiacchierata col contadino, è il sito cure-naturali).

Con tali presupposti, io e i miei abbiamo finito il nostro chilo di mirtilli in poco tempo, crudi e cotti.

Una grande sorpresa è stato il risotto ai mirtilli, suggeritomi dal bravo contadino.

Ricetta del risotto ai mirtilli per 4 persone

Ingredienti:
-             una cipolla
-             olio extra vergine di oliva
-             una salsiccia
-             280 grammi di riso
-             brodo caldo

Esecuzione
Fare appassire la cipolla nell’olio di oliva ed aggiungere la salsiccia sbriciolata.
Unire il riso e lasciarlo tostare per qualche minuto. Allungare con brodo di carne o vegetale e far cuocere il riso secondo i tempi di cottura della varietà di riso prescelta. Dieci minuti prima della conclusione della cottura del riso, aggiungere un bicchiere di mirtilli. Prima di mangiare, dare una spolverata di pepe.

Delizioso!
Gradito a tutta la famiglia, anche ai più scettici. Mio marito ha storto il naso quando gli ho servito un risotto viola. Dopo cinque minuti mi ha chiesto il bis
Il piccolino di 14 mesi non ha perso un chicco della sua porzione e la bambina si è lasciata conquistare dal colore e dal gusto delicato.

E voi l’avete mai provato?


Ketty

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